Nessuna variazione, rispetto al quadro del ballottaggio dell’8 giugno. A darne conferma, è la formalizzazione della compagine consiliare, che reggerà le sorti del governo cittadino, per il ciclo 2014\2019; formalizzazione, avvenuta nel palazzo comunale, con l’intervento del presidente del seggio centrale, Edoardo Savarese, presidente della sezione fallimentare del Tribunale di Nola. E’ una compagine di profilo eccezionale, ma non del tutto raro o inedito, con il sindaco Sebastiano Sorrentino, espressione dalla coalizione di centro-sinistra, incardinata sul Partito democratico e sull’apporto di gruppi civici di vario orientamento; coalizione, che,però, contando su dieci consiglieri, è …minoritaria, mentre è maggioritaria, con tredici consiglieri, la coalizione di centro-destra e gruppi civici. A se stante è la rappresentanza del Movimento 5 Stelle, con il seggio consiliare, appannaggio di Francesco Capasso.
E’ lo scenario, configurato – secondo la legge per l’elezione diretta del sindaco e degli organi elettivi degli Enti locali- dal voto del primo turno del 25 maggio, con la cristallizzazione dei rapporti di consenso elettorale, a favore della coalizione di centro-destra, fermatasi sulla soglia del 48, 53 %, mentre la coalizione di centro-sinistra restava bloccata sulla quota del 42,17 %. “Numeri” rappresentatividiunacontesaelettoralefortee “contrastata”, qualèstata nei fatti l’intera campagna elettorale ad alta concentrazione di…veleni e “colpi bassi”, con il ruolo di …terzo incomodo, per dire così, esercitato in scioltezza dalla lista del Movimento 5 Stelle, con candidato-sindaco, Francesco Capasso– eletto consigliere- catalizzando circa duemila voti, pari al 9, 28 %, perun segnale certamente significativo nella valenza politica strettamente intesa.
Un assetto consiliare, tutto sommato, già definito oltre un mese fa, con la variante della guida dell’amministrazione, sancita dagli elettori nel secondo turno elettorale per Sebastiano Sorrentino, imprenditore del comparto edile e già consigliere regionale della Campania per tre mandati, in rappresentanza dei “popolari” e della Margherita, filiazioni dirette dell’ex-Democrazia cristiana. E’, tuttavia, un assetto, che “fotografa” la condizione di una città spaccata in due, in linea di continuità con i trend elettorali amministrativi dei decorsi trenta anni, con l’alternanza nel “palazzo” tra i “blocchi” di centro-destra e di centro-sinistra, con le annesse varianti legate a situazioni contingenti, “espresse” da mutevoli gruppi civici di matrice indefinita e indefinibile, ma certamente con mutevole dimensione particolaristica e personalistica.
Un discrimine, lungo il quale si sono susseguiti i commissariamenti prefettizi degli organi elettivi per cinque consiliature, a riprova di uno stato permanente di fibrillazione e conflittualità, con cui la città è restata ripiegata su se stessa, condannata al ristagno generale, anche se è cresciuta nel profilo demografico con una popolazione di oltre 30 mila abitanti. Una crescita, a cui non si è “accompagnata”, da oltre venti anni ormai, una coerente linea d’indirizzo di pianificazione urbanistica e edilizia, con la corrispondente idea-di-città nellamedia e lunga prospettiva, con cui rapportarsi al territorio. Una stramba “storia” di piani urbanistici adottati e mai…diventati esecutivi in uno con i particolari regolamenti attuativi. Una “storia” di particelle catastali, su cui edificare e …voti a destinazione variabile, con tanti capitoli da…romanzo gotico, tra cui spicca quello dei sotto-tetti, resi abitabili come mansarde, al centro dell’importante inchiesta della Procura della Repubblica di Nola, qualche anno fa.
Se e come i neo-consiglieri, partiti e gruppi civici si “muoveranno” sulla scacchiera approntata dal voto dei cittadini, non è dato di né di prevedere né di sapere. Di certo, se la radicalità della divisione, da cui è attraversata la città dovesse persistere, l’amministrazione non avrebbe molta strada da percorrere; si ripeterebbe il “deja vu” delle vicende, messe in scena nel “palazzo”, a datare dal dopo-terremoto in poi, con “crisi” senza ritorno e soluzioni. Un percorso, che resterebbe bloccato fin dall’apertura del nuovo ciclo, diversamente da altre consiliature arenatesi a metà ….itinerario. E sarebbe la novità…
Uscire dal pantano della radicalità della contrapposizione tra centro-sinistra e centro-destra, è certamente la direzione di marcia, su cui puntare, in linea teorica, anche se la praticabilità, per la quale tutti sono sollecitati a fare dei …passi indietro, appare ardua. Ma non ha alternative, se si vuole disegnare un orizzonte di speranza e futuro per Marigliano, siaperlasoluzionedellesuepluriennaliproblematichesocio–urbanistiche ed economico–produttive, sia anche e soprattutto a fronte delle dinamiche che si determineranno con l’istituzione della Città metropolitana di Napoli, a gennaio del 2015. Dinamiche, che ben focalizzate e recepite con la dovuta congruità d’interesse politico-istituzionale sono un’opportunità per la città come per l’intero contesto nolano–mariglianese–pomiglianese–acerrano. La direzione indicata è quella che delinea scelte di larghe e condivise intese programmatiche e amministrative, pubblicamente dichiarate e trasparenti, evitando accordi sotto-banco ed episodici, insidiosi e che non offrono alcuna garanzia di affidabilità di lunga durata.
E’ il “passaggio” imposto dalla logica dei “numeri” dell’assemblea comunale, rispetto al quale centro-sinistra e centro-destra sono paralizzati in due torri, allo stato senza ponti di collegamento, mentre la rappresentanza pentastellata può assolvere solo un ruolo variabile d’accoglimento o rigetto per questo o quel provvedimento, ma non certo di stabilizzazione; ruolo, che, per quello che M5S ha proposto in campagna elettorale è destinato ad essere di pungolo e stimolo costruttivo, oltre che d’innovazione sul versante dello stesso linguaggio.
Partita aperta sotto tutti gli aspetti e per conoscere le modalità, con cui intenderanno “giocarla” i soggetti …in campo, bisognerà attendere la seduta d’insediamento del governo cittadino e le dichiarazioni programmatiche del “primo cittadino”. E resta chiaro che l’approccio, con cui l’intera compagine consiliare avvierà il nuovo ciclo amministrativo, servirà a fare la tara della qualità della politica della città e per la città. E’ la tara delle responsabilità, che interpella tutti indistintamente, ferma restando la linearità dei ruoli che si assumeranno. E che dovranno essere osservati. La città ha già perso ….troppi treni in transito. Perderne altri sarebbe solo autolesionismo. Autolesionismo ancora più acuito senza trovare la normalità della gestione amministrativa, a cominciare dal regolare adeguamento dei ruoli della fiscalità locale.