Garbo ed affabilità nelle relazioni, ma soprattutto una visione poliedrica della vita, per leggerne e coglierne gli aspetti più complessi, evidenziandone le contraddizioni. Forte sentimento dell’amicizia e dei valori della dignità umana, che non facevano velo alla franchezza di linguaggio e di pensiero. Erano i tratti di comportamento, con cui si contraddistingueva, Giuseppe Giusti, uomo ed essenzialmente lavoratore di scuola, sia come docente che come preside, di profonda sensibilità e larga cultura. Un mondo, quello della scuola, che non concepiva quale spazio chiuso in se stesso e nella condizione della supponente quanto sciocca e sterile autoreferenzialità, bensì come spazio, dedicato in via prioritaria alla seria formazione didattica ed aperto alle esperienze, che la realtà offre continuamente e che procurano elementi e materia di conoscenza. Amante dello sport calcistico cittadino, non faceva affatto mistero della particolare propensione e dedizione per i bianconeri del “suo” Nola, di cui è stato non solo attento e speciale cronista, ma anche…cantore, per varie testate regionali e nazionali, quali il “Roma” di Alberto Giovannini e il “Corriere dello sport” di Bruno Roghi, periodici e riviste locali. Una passione, che proseguiva negli ultimi tempi con il “Tifosissimo”, il periodico di cui era animatore e fac-totum. E la cultura dello sport e per lo sport, che predilige regole e merito, per dischiudersi ad orizzonti estesi ed ampi per mete sempre più stimolanti e nuove da raggiungere, in Giuseppe Giusti costituiva il naturale complemento della visione che aveva della vera scuola, in cui si dispiega ed attua la comunità educante, facendo corrispondere la professionalità dell’esercizio meticoloso e competente del lavoro didattico allo spirito di curiosità e d’interesse, ch’è peculiare dei giovani. Sono trenta, i testi monografici e i saggi, di snella e breve composizione come di gradevole lettura per i contenuti sviluppati, in cui, facendo decantare con lucidi approfondimenti i temi di alcune migliaia di articoli della cinquantennale attività giornalistica praticata a 360° con alacre interesse ed impegno , Giuseppe Giusti racconta Nola. Un caleidoscopio narrativo, in cui la città è osservata ed anatomizzata, sotto le più disparate angolature, da quella storica a quella delle molteplici testimonianze artistiche ed archeologiche, innervate da vicende millenarie, da quella religiosa di matrice paleocristiana e cattolica, nel segno di San Paolino e, neanche a dirlo, dei Gigli,a quella della politica dal dopo-guerra fino agli anni ’90 del secolo scorso, con le connesse vicissitudini e traversie che hanno segnato spesso il “palazzo comunale ”. Trenta testi e saggi, che Giusti ha sempre pubblicato a proprie spese, incontrando il pieno favore dei lettori. Un osservatorio, il suo, di equilibrata prospettiva, senza indulgere a pre-giudizi e mai banale. Giuseppe Giusti, ad un anno circa dalla scomparsa, è stato ricordato- con l’indirizzo di saluto, rivolto al pubblico dal dottor Carmelo Martinez – nella sala della Pro Loco Nola, Città d‘arte. Un doveroso tributo di riconoscenza, affidato alle riflessioni e alle memorie personali del professore Vincenzo Meo, della Facoltà d’Architettura e del professore Luigi Buonauro, docente nella Facoltà di Giurisprudenza nell’Ateneo federiciano e del preside Vincenzo Ammirati. Una trama di testimonianze intessuta, con la coordinazione di Giovanni De Angelis.