NOLA. IL DISMESSO MERCATO ORTOFRUTTICOLO, DIVENTA PARCO POLIFUNZIONALE

NOLA. IL DISMESSO MERCATO ORTOFRUTTICOLO, DIVENTA PARCO POLIFUNZIONALE

NOLA. IL DISMESSO MERCATO ORTOFRUTTICOLO, DIVENTA PARCO POLIFUNZIONALEUn impegno di spesa, che vale 700 mila euro, secondo  le stime ponderate ed i calcoli dell’Ufficio tecnico comunale dell’Ente di piazza Duomo, permetterà di realizzare il programma di interventi per la riqualificazione urbana dell’area dell’ex-mercato ortofrutticolo di via Leopardi, estesa  otto mila metri quadrati. Un impegno di spesa, che l’amministrazione, guidata dal sindaco Geremia Biancardi,  affiderà con la procedura del contratto in concessione al soggetto d’impresa, che se ne farà carico, acquisendo, in cambio, il titolo di gestione dello spazio, destinato al parcheggio-auto per un numero di anni da definire – dovrebbero essere venti anni- con  condizioni ed obblighi, che permettano l’equa e congrua remunerazione dell’investimento realizzato. Una scelta politico-amministrativa, approvata con delibera di Giunta, che non comporterà alcun onere per la fiscalità cittadina, che corrisponde alla piena osservanza dei vincoli per il patto di stabilità. Il procedimento di aggiudicazione degli interventi sarà esperito dalla Stazione unica appaltante del Provveditorato alle opere pubbliche della Campania e del Molise.  La progettazione definitiva degli interventi si deve agli architetti Umberto Barbalucca, Francesco Caccavale e Ciro Guida. Tra i “punti” qualificanti del programma di interventi, la realizzazione di un parcheggio attrezzato, con 240 stalli, di cui otto riservati ai diversamente abili, l’abbattimento dell’attuale inferriata, la “frantumazione” dell’attuale  muro di cinta tufaceo, per l’apertura dei varchi  d’accesso, oltre che la messa a dimora di lecci e platani con il corredo di tante aiuole. Previsto,  altresì, l’allestimento della struttura d’Infopoint, mobile e smontabile. E la sua collocazione, all’interno dell’area,  contempla la semplice rimozione del basolato e nessun intervento di scavo vero e proprio. Un’indicazione progettuale più necessaria ed opportuna, tenendo presente che l’ex-mercato ortofrutticolo insiste su parte  del  pomerium,  che delimitava l’antica città e su cui era stata realizzata la cinta muraria urbana,  in età  rinascimentale. Come a dire un sito,  che potrebbe conservare interessanti testimonianze storico-archeologiche.  La struttura dell’Infopoint  sarà utilizzata non solo come Centro di informazioni per i visitatori della città, ma anche come spazio riservato a manifestazioni d’arte varia, spettacoli, meeting culturali.

 EX  MERCATO   ED EX-SCALO MERCI: NUOVI PROFILI –         Il programma di interventi di riqualificazione urbana per l’ex mercato ortofrutticolo si rapporta a quello realizzato tre anni fa nella contigua area del dismesso scalo merci, grazie all’intesa tra l’amministrazione comunale e le Ferrovie di  Stato; un’operazione d’integrazione ed armonizzazione con  la Villa comunale, fatta realizzare sul finire dell’800 dall’amministrazione comunale, guidata da  Tommaso Vitale, sindaco e parlamentare,  tra le poche figure di spicco dell’Italia post-unitaria,  espresse nell’agone politico del territorio,  soprattutto sul versante dell’efficacia dell’azione amministrativa.  La Villa  – bell’area di verde con alberi secolari –    fu “costruita” nel sito, su cui insisteva l’Arce,  l’ormai degradata   roccaforte  della cittadella, ch’era stata costruita nell’età medievale, a presidio difensivo  della città. La  demolizione  dell’Arce , come riferiscono le cronache del tempo, suscitò non poche polemiche nell’opinione pubblica locale. Ma il disegno dell’amministrazione per la rigenerazione del  contesto extra moenia  della città,  era ben chiaro nel respiro urbanistico da conferire all’ assetto urbanistico e la realizzazione del progetto-Villa , che ne costituiva  il  fulcro, non subì modifiche né variazioni . Non è casuale, d’altro canto, che il centro storico della città sostanzialmente si conserva integro, rispetto all’impianto rinascimentale della Contea degli Orsini

  NOLA. IL DISMESSO MERCATO ORTOFRUTTICOLO, DIVENTA PARCO POLIFUNZIONALEGli interventi  previsti per  riqualificare l’area dell’ex mercato ortofrutticolo configurano, di fatto, la realizzazione di un Parco polifunzionale sull’asse, che corre tra la stazione delle Ferrovie di Stato e la Villa comunale. Un tassello basilare, che si colloca nel piano di riassetto dell’ arredo e del miglioramento  dell’intero  tessuto urbano, che  l’amministrazione ha programmato e viene attuando dal  2010 in poi. Una gradualità di opere ,  tra cui vanno segnalati  l’organico  “ri-disegno” di piazza Morelli e Silvati  e  la sistemazione dell’area della Travaglia, pertinenza di palazzo Orsini, sede degli uffici del Tribunale,  ch’è  ora  l’accogliente  viale Rossi  con   pregiata  alberatura  e gradevoli panchine. E  senza tralasciare  la realizzazione della rotonda  sull’intersezione della Strada statale della 7-bis Napoli-Avellino, con gli assi viari in entrata ed in uscita per la città e in direzione di Cimitile.  Una rotonda, che  regola al meglio il deflusso  veicolare, in un’area ad alta congestione di traffico, con le conseguenti criticità, che da qualche anno non si registrano più.

EX-PALESTRA,  PARCO POLIFUNZIONALE – Nel piano,  rientra- ed è in fase di completamento-  la sistemazione  con restrizione  dei marciapiedi, ampliando di alcuni metri la sede stradale di via Abate Minichini e di via Vivenzio,  oltre che il riassetto di via onorevole Francesco Napolitano , con pavimentazione in  asfalto, dopo la rimozione dei cubetti di porfido, utilizzati per la pavimentazione dei marciapiedi laterali dell’arteria, tra le più “trafficate” della città. E sono ormai al rush finale i lavori  per l’allestimento del  Parco polifunzionale, nell’ex-palestra del “Carducci”, in via onorevole Vincenzo La Rocca. Un’area di proprietà della Curia vescovile ed  acquisita al patrimonio comunale per circa un miliardo di vecchie lire.

  Il Parco disporrà di  verde attrezzatoparcheggio  a raso, oltre che dell’innovativa ed elegante struttura in vetro-cemento  dell’auditorium musicale,  con  la messa in protezione espositiva con lastre di vetro  dei reperti di interesse storico-archeologico, relativi ad una  domus   romana e alle mura perimetrali della fortezza  del ‘500,  venuti alla luce durante le operazioni di scavo. Rinvenimenti,  che hanno determinato, com’era opportuno e necessario che fosse, il rallentamento dei lavori previsti, per permettere alla Soprintendenza speciale di Napoli e Pompei  di compiere le dovute ricognizioni, con la connessa rimodulazione del  progetto, che, all’origine, contemplava il parcheggio interrato. Un blocco protrattosi per due anni e rimosso nella scorsa primavera, con la piena riattivazione del cantiere. L’ intervento interessa  una parte della città, che nel decorso decennio ha fatto registrare il ripristino funzionale dell’ex-ospedale civile, attuale sede del Distretto sanitario in via Fontanarosa e la ristrutturazione del complesso dell’ex-carcere mandamentale in via Merliano,  in attesa della nuova destinazione d’uso pubblico.

LO SMANTELLAMENTO   –  La riqualificazione dell’area di via Leopardi, con il contratto in concessione, segna la dismissione definitiva di quello ch’è stato uno dei più importanti mercati ortofrutticoli della Campania per volume di affari. Una dismissione, che si è venuta determinando per gradi nel corso degli anni ed in stretta correlazione con lo sviluppo crescente delle nuove modalità operative intervenute nell’organizzazione della media e grande distribuzione delle catene commerciali, con le piattaforme di stoccaggio e gli annessi poli del freddo per la conservazione di tutte le tipologie del comparto agro-alimentare.  Un processo, che già nel 2009 faceva registrare la presenza nell’area  mercatale di appena cinque titolari di concessione, con i rispettivi box, capannoni e banchi-  diventati due da qualche anno. Una situazione di fatto, che imponeva all’amministrazione di accelerare- come previsto-  le procedure di smantellamento degli impianti, per liberare l’area –  attualmente utilizzata in parte  come parcheggio- per dare forma al Parco, disegnato da Barbalucca, CaccavaleGuida.   Una presenza, quella del mercato ortofrutticolo, a Nola. Una realtà di commercializzazione e, nello stesso tempo, simbolica  delle produzioni orticole e frutticole della caratteristica e rinomata “ parula paesana”, sinonimo di genuinità e soprattutto di quella ch’è stata l’integrità dei suoli  della Conca nolana, percorsa dal Clanio, il tumultuoso fiume, ora ridotto a sfilacciato torrente, che sorge dalla Bocca dell’Acqua maggiore nei Monti Avella, e che per secoli, tuttavia, ha assolto un’importante funzione nell’economia agricola del territorio, fino al litorale domitio.    Erano produzioni di qualità – nel segno della naturalità- che si ottenevano con la coltivazione di terreni irrigui, grazie alle “fusare”, alimentate dalle falde acquifere quasi superficiali della vasta pianura, procurando  due o addirittura tre raccolti all’anno,  a fronte di  un lavoro ch’era fatica diuturna e  dura, fatta  di pesanti sacrifici.  E la “parula paesana“, fino a mezzo secolo fa, era assunta come il messaggio identificativo  di ortaggi e frutta a denominazione d’origine controllata e garantita, come si direbbe oggi, ma in virtù di timbri e vidimazioni burocratiche;  messaggio, che si rincorreva nelle grida dei venditori ambulanti, che,  con i loro caratteristici traini, condotti da robusti cavalli, raggiungevano le aree dei mercati settimanali, che si svolgevano nei contigui Comuni. Erano venditori, che si rifornivano al mercato ortofrutticolo nolano, ma anche venditori diretti delle loro produzioni. Una metodologia di consumi a chilometro zero, secondo il linguaggio dei nostri giorni, incentrata sulla scambievole fiducia tra venditori e clienti; fiducia reciproca, che si conservava inalterata  nel tempo…

 Il  mondo della “ parula paesana“ non c’è più. E non ci sono neanche più i rigogliosi suoli agrari della piana di Boscofangone,  o perché  cementificati da spregiudicate ed avventate urbanizzazioni, che definire  “criminose”, è un comodo eufemismo, o perché le loro viscere sono state trasformate in camere di  “conservazione permanente” di scorie e rifiuti tossici di ogni tipologia,  permettendo alle eco-mafie d’ingrassare e di arricchirsi  con profitti  ingenti. Una perdita secca,  di straordinario autolesionismo sociale, a danno dell’economia sana e produttiva, oltre che dell’ambiente. E c’è davvero molto da rivedere nella coscienza dei cittadini come di quanti in questi decenni hanno rappresentato le istituzioni e la politica. Rappresentate le une e l’altra, certamente,  ma servite male, ancor più certamente. Molto male, se gli effetti …non contraddicono la realtà.

LA DISMISSIONE DEL MERCATO DEL BESTIAME  –  La dismissione del mercato ortofrutticolo segue  quella del mercato del bestiame, registrata  una ventina d’anni fa. Una dismissione- anche questa- imposta  dalle trasformazioni dei sistemi di distribuzione nella media e grande commercializzazione. E va ricordato che quello del Foro boario di via Mario De Sena è stato fino agli anni ’60 dello scorso secolo,  uno dei più importanti mercati di bestiame del Sud,  secondo   a quello di Modena per volume d’affari e contrattazioni.  Una presenza rilevante, di cui è stato funzionale  il vicino scalo merci delle Ferrovie di Stato, di cui si è detto. Una localizzazione , imposta dai tempi di fine ‘800,  ma del tutto anomala ed impropria nel discorso pubblico dei nostri giorni,  insistendo sull’area  contigua  all’ Anfiteatro romano, in minima parte portato alla luce, grazie alla campagna di scavo, condotta negli anni ’90  dalla Soprintendenza, con i  finanziamenti comunitari europei per circa due miliardi di vecchie lire. E’ considerato un gioiello per impostazione  architettonica, ma anche per le analogie con l’impianto costruttivo  dell’ Arena di Verona.  Un gioiello da recuperare nella sua integrità e da valorizzare, nel più vasto circuito dei beni culturali e monumentali dell’area metropolitana di Napoli.     Il sito del dismesso  mercato del bestiame  è stata ri-sistemato e  la “palazzina”, che ospitava gli uffici delle contrattazioni, è stata ristrutturata tre anni fa  ed è la sede della polizia provinciale di Napoli  – con specifiche competenze in materia ambientale- nell’ambito delle attività giurisdizionali e dei controlli di legalità sul territorio di competenza del Tribunale di palazzo Orsini.     Sono  netti i profili  della città  in cambiamento,  almeno… nel look.  Ed il mercato del bestiame come il mercato ortofrutticolo hanno segnato nel tempo la vocazione   “terziaria” per eccellenza di Nola.  Una vocazione  storica, per la posizione baricentrica che la città ha rispetto all’intera rete dei collegamenti viari, autostradali e ferroviari nel cuore della Campania. Una vocazione, il cui asse portante si  è, però, spostato, innovato e soprattutto potenziato  nella piana di Boscofangone, nel  Distretto della logistica e del “terziario avanzato”  del  CisVulcano buonoInterporto, in una delle Aree  di sviluppo industriale tra le più importanti del Centro-Sud,  dove operano i  Centri di eccellenza produttiva dell’ AleniaAermacchi e la Fiat.    La  Nola del Terzo Millennio   é sempre più aperta alla  “sua”  pianura. (Gianni Amodeo)