Si paralizza l’attività giudiziaria penale negli uffici del Tribunale della città Bruniana, per le udienze in calendario, a cominciare dall’odierna giornata – quattro novembre – per finire venerdì, otto novembre incluso, fatta eccezione per le udienze di processi con detenuti. Il blocco interesserà anche gli Uffici del giudice di pace di Nola, Acerra, Cicciano, Marigliano, Ottaviano, Pomigliano d’ Arco e Sant‘Anastasia. Uno stop di lunga durata mai registrato, da quando è stato istituito – nel 1994- il Tribunale a palazzo Orsini, in piazza Giordano Bruno, al quale afferiscono vari uffici giudiziari dislocati sul territorio cittadino. La decisione, adottata dalla Giunta della Camera penale – s’intitola a Giovanni Leone, insigne giurista e presidente della Repubblica- presieduta dall’avvocato Carmine Panarella, segna l’epilogo delle istanze, formulate a più riprese negli ultimi anni con atti e documenti ufficiali dalla rappresentanza camerale, sviluppando anche una serie di interlocuzioni sia con i “vertici” del Tribunale e del Consiglio dell’Ordine forense che con il sindaco Geremia Biancardi; istanze, restate disattese a fronte delle aspettative espresse dagli avvocati e mirate ad assicurare la maggiore e migliore funzionalità possibile per l’esercizio della giurisdizione penale, nel contesto di congrue condizioni ambientali e logistiche. Sono istanze, che, ridotte all’essenzialità, danno rilievo alle ragionevoli esigenze di utilizzare quale sede unica per le udienze dibattimentali, sia monocratiche che collegiali, il palazzo di giustizia di piazza Giordano Bruno, “associandovi” per adeguatezza funzionale i servizi degli uffici della cancelleria penale. La specificità della richiesta della sede unica per le udienze dibattimentali si connette ad un duplice ordine di motivazioni. Il primo è rapportato all’oggettivo stato d’inadeguatezza dell’edificio e delle aule dello stabile di via on.le Francesco Napoletano, già via Cimitile, dove si svolge parte dell’attività giudiziaria penale. E’ una struttura, che presenta gravi carenze logistiche e disservizi vari, a cominciare da quelli per la fonoregistrazione, per finire alla precaria agibilità degli ambienti, interessati da infiltrazioni di acqua piovana. E senza dire dello stato d’incuria, in cui versano i servizi igienici Una situazione, sulla quale gli organi d’informazione del territorio hanno frequentemente rappresentato, inclusa Rai–2 con il significativo servizio tematico sulle criticità logistiche ed ambientali, in cui versano, in genere, gli uffici giudiziari della città. Una condizione di precarietà, che nell’edificio di via On.le Francesco Napolitano, si accentua, quando sono in agenda le udienze. E, sotto questo profilo, entra in ballo il secondo ordine delle motivazioni, a favore della sede unica a palazzo Orsini, per evitare le disfunzioni, che si verificano nell’attività giudiziaria penale, divisa in due sedi distinte e separate. Disfunzioni, che sarebbero rimosse con l’unificazione e l’accorpamento delle attuali articolazioni del settore penalistico, a palazzo Orsini. Nel carteggio, con cui la Camera penale presenta le ragioni dell’astensione dalle udienze, si evidenziano anche quelle che sono considerate inadeguatezze, che condizionano l’esercizio della giurisdizione dell’ufficio del giudice monocratico; inadeguatezze, di cui la rappresentanza camerale chiede che si faccia la verifica “con precipuo riferimento alla gestione delle udienze e a certuni tentativi di compressione delle prerogative e dello svolgimento della funzione difensiva”. Altro punto, alla base dello stop, le carenze del personale negli organici di servizio, che perdura da anni. L’organo di rappresentanza degli avvocati penalisti non circoscrive la propria iniziativa alla rivendicazione tout-court della riprogrammazione delle modalità organizzative, logistiche ed ambientali, di cui si è detto, ma propone anche quelle che considera alternative praticabili, per venire a capo della soluzione della problematica del miglioramento delle condizioni ambientali e logistiche, a garanzia dell’esercizio della giurisdizione. Sono alternative, connesse con gli spazi ed ambienti – di proprietà pubblica- dell’ex-Casa del Fascio, in piazza Giordano Bruno, utilizzati fino a qualche anno fa dall’Università Parthenope per l’attività didattica e di ricerca dei corsi di studio per le Facoltà di Giurisprudenza e di Economia aziendale, trasferiti nella sede centrale di Napoli. Ed utilizzabili sono anche i locali del monumentale complesso architettonico dell’ex convento di Santa Chiara, in corso Tommaso Vitale, utilizzati sempre dall’Università Parthenope, anche se sono gravati da un particolare regime di vincoli di tutela,dell’aggressione all’ambiente e dell’economia deviata. Un’azione comprovata da importanti inchieste e processi.