Riflessioni dell’ex-premier a suggello delle due giornate della prima sessione della decima edizione dell’assemblea sinodale della diocesi. Focalizzati i temi della democrazia compiuta che promuove la crescita civile e il superamento degli steccati ideologici novecenteschi senza connessione con l’eta’ della globalizzazione
L’agenda per la riforma della politica è aperta da tempo, per declinare quel discorso pubblico, che dovrebbe costituirne la linfa e l’anima per le idealità sottese ed ispiratrici, ma che é ancora alle prime battute, incerto e confuso, anche per la latitanza della cultura sempre più appiattita su se stessa e avvolta nella spirale dei luoghi comuni, venendo meno alla funzione di bussola d’orientamento incisiva e credibile. Ed è il discorso che va rapportato ad una società dai profili complessi generati ed innescati dalle multiformi interazioni di costumi, usanze, linguaggi di etnie e popoli, da cui la globalizzazione é permeata e abitata, con la larghezza dei suoi orizzonti ed opportunità di evoluzione, mentre la quotidianità del Paese–Italia é attraversata da diffusi fenomeni di corruzione e dal criminoso saccheggio delle risorse comuni; fenomeni, la cui frequenza ne attesta il carattere patologico e sistematico, tanto da minare alla radice la stessa credibilità delle istituzioni, a cui spettano le funzioni di tutela della civile convivenza nella libertà e nella giustizia, con lo svilimento del senso dello Stato. Uno scenario, il cui carico di responsabilità non appartiene certo ai…marziani, bensì alle classi dirigenti e alle classi politiche.
Sono responsabilità, nella cui oggettiva storicizzazione – e attualità soprattutto- si annodano strettamente sia il predominio degli interessi di gruppi, caste e corporazioni in varia combinazione parassitaria ed aggressiva verso gli interessi generali, sia nei partiti ormai depotenziati nella ragion d’essere, perché utilizzati troppo spesso – ed esclusivamente- come strumenti di acquisizione e esercizio del potere per il potere nelle istituzioni . Sono dati ad alto tasso di incidenza nel progressivo logoramento degli equilibri sociali, a cui si aggiungono quali fattori di ulteriore “ “debolezza” non solo il leaderismo personalistico espresso in ambito nazionale e le sue “proiezioni” sui territori – assunto con tutte le insidie che comporta quale surrogato di quello ch’è stato il ruolo dei partiti- ma anche la sempre più fragile e sfilacciata tenuta dello stesso assetto bi-polare espressione, così come si è dispiegato nel decorso ventennio, riproducendo lo schema calibrato sulla lambiccata antitesi tra centro-sinistra e centro-destra.
E , d’altro canto, l’ antitesi dello schema dell’assetto partitico bi-polare é più formale e apparente che di sostanza, per i comuni ancoraggi che le due coalizioni, al di là delle loro interne incongruenze e conflittualità…a diaspora, hanno fissato saldamente nelle scelte di riferimento, , in cui si riconoscono e costituite dalle coordinate dell’economia di mercato e della dimensione comunitaria europea, assi portanti delle dinamiche geo-politiche dell’Occidente, di cui il Paese–Italia è un tassello di indubbia valenza per storia e le opzioni politiche compiute nell’immediato secondo dopo-guerra, in virtù della leadership di Alcide De Gasperi. Sono le scelte, in cui si ritrovano le significative e forti connotazioni della democrazia parlamentare e pluralista, la grande e fondamentale opzione compiuta per la costruzione e la formazione dello Stato repubblicano. Un punto fermo –questo –importante che autorizza speranze per un cammino di superamento del guado in cui da anni ristagna la politica
Speranze di riforma della politica, appunto. Ed una testimonianza risiede nell’eloquente ed efficace esemplarità delle iniziative del Movimento5Stelle, con la rinuncia ad incamerare dalla fiscalità statale i rimborsi elettorali , in analogia con la rinuncia dei parlamentari che lo rappresentano ad incassare parte delle indennità di carica; risorse, destinate a finanziare le attività di piccole medie imprese in difficoltà o a far realizzare opere di interesse pubblico. Sono “piccole”, ma tutt’altro che irrilevanti, modalità concrete di azione, che s’inseriscono nel novero delle speranze della riforma, o se si vuole, di auto-riforma della politica. Un fenomeno, quello del M5Stelle , certamente unico nel panorama della storia civile e democratica italiana per la trasversalità della rappresentanza sociale che intercetta, oltre che la spontaneità nella formazione del consenso, senza i le “macchine” … delle omologate clientele. Una realtà, che prescinde da apparati organizzativi, agile e spontanea che si muove nella direzione della riforma o, se si vuole, proprio dell’auto-riforma della politica.
LA POLITICA: UNA SCUOLA DEL BENE COMUNE. IL CARRIERISMO NEGAZIONE DEL RINNOVAMENTO
Sul tema proprio della declinazione della riforma della politica si innesta l’analisi dell’ex-presidente del Consiglio dei ministri, Enrico Letta, proposta nel Teatro Umberto nella città bruniana; un intervento a tutt’arco nel dialogo-confronto con don Franco Iannone, a sigillo della prima sessione del Sinodo diocesana, calibrata sul tema “ La Chiesa di Nola in questo nostro tempo”. Una declinazione – ha sostenuto Letta – che va connessa con la promozione e l’attuazione del bene comune nella reale concretezza dei rapporti civili. E’ un processo impegnativo che richiede anche e soprattutto un deciso mutamento sui versanti della cultura sociale, ma non più differibile nel tempo ed obbligato rispetto allo stato delle cose esistenti nel contesto italiano. In questa direzione si collocano le ragioni, per le quali far lievitare e crescere sui territori attività ed iniziative, che restituiscano slancio alla Politica quale supporto e chiave di supporto della pratica del Bene comune; attività ed iniziative che facciano Scuola, nel senso più ampio e pieno del termine, quale spazio e opportunità di studio e conoscenza della società, delle sue dinamiche, dei processi produttivi ed economici e delle legislazioni da quelle d’ambito regionale a quelle nazionali e comunitarie.
E’ la democrazia plurale vissuta come partecipazione dei cittadini all’evoluzione sociale, che va affermata e diffusa – ha sostenuto Letta – evitando, però, le trappole dell’impegno per la “politica totalizzante, con i carrierismi che ne costituiscono il tratto distintivo”; carrierismi, che bloccano i necessari processi di rinnovamento e di ri-vitalizzazione della società. Nella declinazione della riforma della politica, non c’é spazio per il suo esercizio come se fosse una “professione” vita naturale durante– in mancanza d’altro o di …un mestiere, viene fatto da aggiungere nella chiosa del cronista, s’è consentito- essendo, invece, vari e molteplici i percorsi praticabili, per porsi al servizio della società; quel servizio, la cui radice ideale e culturale conferisce valore e significato alla Politica, che garantisce la civile convivenza nella libertà, nel lavoro e nella giustizia.
IL “ DISCERNIMENTO” GUIDA ALLA CONOSCENZA APERTA. OBSOLET I E STERILI PARADIGMI IDEOLOGICI DEL ‘900
Una considerazione stringente, quella del No al carrierismo della “politica totalizzante”, tanto più rilevante se si tiene presente che Letta – conta 49 anni d’età- non solo è stato parlamentare comunitario a Strasburgo, ma ha compiuto anche un’importante…navigazione nelle istituzioni dello Stato, da parlamentare nazionale e Ministro, fino alla Presidenza del Consiglio dei ministri, con successive dimissioni dalla Camera dei deputati, per dedicarsi alla rete delle Scuole di politiche, che impegnano giovani dai 19 ai 25 anni, che hanno superato mirate selezioni culturali; rete già “operativa”, il cui é modello costituito dalla prestigiosa e famosa Scuola di affari internazionali dell’Istituto degli studi politici di Parigi. E la prospettiva ravvicinata , ancora più quella del futuro, non é affatto collegabile ai paradigmi ideologici del Novecento, obsoleti e sterili, con petizioni e istanze di principio che nulla dicono- e niente possono dire- al Terzo Millennio e alle generazioni 2. 00 e alle loro visioni del mondo.
Altro elemento della declinazione della riforma della politica, prospettato da Letta, è quello del “discernimento”, per la lettura e la comprensione della società e della contemporaneità; lettura e comprensione che sono di basilare importanza per la Politica che fa scelte e governa, per costruire, promuovere e diffondere il bene comune, e non certo per comandare; è la Politica della responsabilità, di cui un proficua connessione è data dalle coordinate della dottrina sociale del cristianesimo, la cui attualità costituisce una pietra angolare, per dare risposte alle istanze di popoli e comunità.
E’, in particolare, il “discernimento” , che, ispirato dalla conoscenza e dal calibrato spirito critico, orienta nel mare magnum delle informazioni che in tempo reale corrono sul Web; un flusso vertiginoso e super veloce, che può essere anche alterato, manipolato e reso strumentale per obiettivi specifici nell’economia come nelle relazioni internazionali e nella politica. Un cammino tutt’altro che agevole, quello che impone e sollecita il “discernimento”, ma di basilare rilievo per orientarsi nelle problematiche che attraversano la geo-politica della società mondializzata. E sono tante, da quelle Medio-orientali a quelle delle migrazioni. E’ il cammino, il cui tracciato é additato come impegno e sfida agli uomini nell’interrogativo inciso nel passo del Vangelo di Luca, che recita: “….Sapete valutare l’aspetto del cielo e della terra; come mai questo tempo non sapete valutarlo?”.
E’ il passo d’introduzione all’ Instrumentum laboris , l ’agenda tematica di preparazione al Sinodo diocesano, in coincidenza con la presentazione dell’evento a ottobre del 2014 al Palasport Mangano, a Scafati. Un passo con domanda, la cui risposta non può essere scissa dal Bene comune, che annulla le diseguaglianze e le loro cause.