Nell’ 2064, morte della Campania Felix. Non è una profezia da calendario Maya. Ma qualcosa di molto più serio. A rilanciare questa data è Giovanni Balestri, il geologo che nel 2010 depositò, per conto della DDA di Napoli, la relazione sulla Resit, la discarica fra Giugliano e Parete che ha inghiottito dalla fine degli anni ’80 i veleni industriali del Nord Italia. Fra cinquant’anni, si leggeva nella perizia, il percolato delle centinaia di migliaia di tonnellate di rifiuti speciali interrati in quell’area penetrerà nelle falde acquifere contaminando gran parte della Regione. Eppure, malgrado quel grido d’allarme, nessuna bonifica è partita. Ad oggi solo una messa in sicurezza. Il primo passo compiuto dal commissario per le bonifiche Mario De Biase è lo spegnimento delle “fumarole” che si levano dalla sommità dell’invaso come nubi di una solfatara. Recente lo stanziamento di 39 milioni per le bonifiche da parte della giunta Caldoro. Balestri, cosa sono queste fumarole? Rappresentano un pericolo per la salute? “Si tratta di una fuoriuscita di biogas che si accumula negli invasi delle aree della Resit. La loro emissione genera nell’atmosfera una serie di sostanze dannose per la salute e per l’ambiente. Ma molto dipende dal tempo di diffusione del biogas nell’aria e da dove si dirige la nube. Di biogas ce n’è tanto ed è in continua formazione. Può prendere qualunque strada”. Raggiungendo anche i campi e le coltivazioni circostanti. “Certo. Il biogas viaggia sotto il suolo. E’ normale che sia per la sua temperatura che per la consistenza analitica dei suoi composti può portare ad un forte “stress” della vegetazione radicale che si sviluppa al di sopra dei terreni”. E con quale pericolo per le coltivazioni? “Le coltivazioni vengono bruciate o stentano a crescere come dovrebbero. Il biogas delle fumarole attacca l’apparato radicale delle piante”. Lei è noto a Giugliano per essere il tecnico della “profezia” del 2064. Si sente di rinnovare questa previsione alla luce della messa in sicurezza che sarà avviata il prossimo dicembre? “Il commissario di governo per le bonifiche sta facendo via via la caratterizzazione dell’area Resit. I dati che emergono dalla nuova attività di perforazione dei pozzi e di estrazione di materiale dalle discariche e dai campi limitrofi, per una serie di analisi chimiche, mi confermano questa data. Purtroppo, non può essere diversamente”. Eppure, l’area della Resit è stata declassata da Sito di Interesse Nazionale a Sito di Interesse Regionale. Secondo lei come si spiega una scelta del genere? “Sulle ragioni, io mi sono fatto un parere e se l’è fatto la Procura. Vedremo se ci saranno dei risvolti. Non sta a me dirlo. Da un punto di vista tecnico, che io abbia a che fare con la Regione o col Ministero è la stessa cosa. La mia interfaccia resta sempre il Commissario di Governo e la Sogesid di Roma, incaricata dal Ministero. Tuttavia, penso che, siccome il sito dell’Agro Aversano e del litorale domitio-flegreo è stato l’unico fra quelli più “impattanti” perimetrati nel ’98 ad essere derubricato, una scelta del genere è un’anomalia. Credo che un’attività di controllo a livello centrale sia più idonea di una a livello locale”. Marco Aragno