Chi la dura la vince. E stavolta, salvo un assai improbabile ribaltone last minute, l’hanno vinta i due vecchi leoni del Pd campano, Vincenzo De Luca e Andrea Cozzolino: le primarie per il candidato governatore dunque si faranno il primo marzo, nonostante tutto. E in effetti le primarie campane, ancor prima dell’apertura dei seggi, sono già in cima al podio delle primarie più folli nella breve storia del Pd. Dovevano tenersi a metà dicembre, sono state rinviate cinque volte, e anche dopo averle fissate al primo marzo, circa una settimana fa, gran parte del partito locale (con robuste sponde a Roma, visto che Renzi non gradisce nessuna delle due candidature di De Luca e Cozzolino) ha tentato in ogni modo di farle saltare. Riunioni su riunioni, pressing, telefonate, sono servite a poco o nulla.
I tentativi di Renzi di convincere il presidente dell’Autorità anticorruzione Raffaele Cantone sono caduti nel vuoto, e anche l’ipotesi di schierare il ministro della Giustizia Andrea Orlando sono naufragati. Per non parlare dei numerosi tentativi per indurre il sindaco di Salerno al ritiro, dopo la condanna per abuso d’ufficio e le clausole della legge Severino, che ne farebbero, in caso di vittoria alle regionali, un governatore più che dimezzato. Ci ha provato Lorenzo Guerini, Luca Lotti ha ricevuto il sindaco a Palazzo Chigi. Lo stesso Renzi ci ha messo del suo. Niente da fare.