Giusto 20 anni fa la camorra ammazzò Gioacchino Costanzo. Aveva appena 2 anni ed era di Mariglianella. La sua unica colpa: trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato. Gioacchino si trovava nell’auto parcheggiata con “lo zio”. Così chiamava Giuseppe Averaimo, il convivente di nonna Rosetta. Era lui il bersaglio dei killer. Spesso il piccolo e il camorrista stavano assieme. Averaimo era il convivente della nonna del bimbo e gli piaceva portarselo in giro, giocare con lui. O forse, dicono gli investigatori, pensava che con Gioacchino accanto fosse al sicuro dai suoi nemici. Non fu così. In memoria del bambino fu affissa una targa in marmo bianco sulla facciata d’ingresso della scuola media. La vita di Gioacchino era stata spezzata e il pensiero di quel ragazzo mai esistito, che oggi avrebbe avuto 22 anni lacera ancora il cuore di chi ha vissuto quelle vicende. Lunedi, 23 novembre, alle ore 16 e 30, i ragazzi della scuola media di Mariglianella terranno un corteo silenzioso con fiaccolata in memoria del piccolo Gioacchino. Un’iniziativa promossa per manifestare contro la criminalità organizzata.