«Della scuola purtroppo se ne parla soltanto in relazione all’emergenza sanitaria in atto. La sicurezza degli studenti e del personale è certamente prioritaria, ma i problemi da affrontare in questo settore vengono da lontano e richiedono una programmazione ed una svolta radicale». Ad affermarlo è il cardiologo Pino Rosato, capolista di “Fare Democratico – Popolari”.
«La scuola nel nostro Paese – continua il candidato alle regionali – rischia di essere sempre in balìa delle congiunture del momento e gli interventi predisposti stagionalmente appaiono più il frutto di logoranti patteggiamenti, che non l’esito di una strategia complessiva, in grado di restituire centralità al sistema della pubblica istruzione. Le istituzioni educative, di ogni ordine e grado, sono chiamate a svolgere sempre più una funzione fondamentale per la crescita della comunità moderna, che finora non è stata pienamente riconosciuta e valorizzata. La scuola è innanzitutto luogo di apprendimento, di trasmissione del sapere e di conoscenze specialistiche, volte alla strutturazione di un profilo professionale, ma anche palestra di formazione civica. In tanti piccoli centri dell’Irpinia e delle aree interne, poi, sono un presidio sociale del territorio irrinunciabile, un argine contro la desertificazione».
«Il nodo più delicato da sciogliere – sottolinea Rosato – è però quello del collegamento con il mondo del lavoro.Soltanto se si dispone di strumenti avanzati e metodologie adeguate, che sappiano cogliere le esigenze e le trasformazioni del mondo del lavoro, la scuola può fungere da ponte verso di esso. Ma le istituzioni educative e formative non vanno concepite semplicemente come una sorta di agenzia al servizio delle imprese, in grado di agevolare il reclutamento di figure professionali, snaturandone così la sua originaria funzione. In una società civile che metta al centro la persona , la scuola, l’università, le istituzioni educative in generale sono chiamate anche ad orientare culturalmente la società, rilanciando i valori dell’umanesimo laico e cattolico, per evitare l’inaridimento delle coscienze a cui talvolta assistiamo e la spersonalizzazione del mondo del lavoro, che rischia di creare non pochi danni».
«Ma come si traducono – conclude il capolista di “Fare Democratico-Popolari – queste aspettative in azioni concrete? Aprendo una grande vertenza, che impegni tutti i soggetti coinvolti, dai docenti ai dirigenti scolastici, le forze sociali ed economiche, il mondo della cultura ed ovviamente le istituzioni, nel ridisegno della scuola e nella pianificazione degli investimenti, per la riqualificazione e messa in sicurezza delle strutture – questione di fondamentale importanza anche in provincia di Avellino -, per l’ammodernamento della didattica, mettendo al centro del ragionamento lo studente e valorizzando le potenzialità e le professionalità dei lavoratori del settore».