“La crescita del Mezzogiorno passa anche e soprattutto da un corretto ed efficace utilizzo dei fondi europei. In un momento di grave crisi economica quale quello che stiamo attraversando non è pensabile che a pagare il conto più salato siano le regioni meridionali già pesantemente colpite dalla recessione e a rischio desertificazione industriale. Togliere ulteriori risorse al sud Italia significa condannarlo ad una perenne condizione di minorità economica e politica: un rischio troppo alto per il nostro Paese ma che l’attuale governo sembra non tenere nella giusta considerazione”. Interviene con queste parole Aldo Patriciello, europarlamentare di Forza Italia e membro della commissione Industria, Ricerca e Energia, a proposito delle modalità di utilizzo delle risorse del Piano azione coesione e del Fondo sviluppo coesione annunciate dal governo. La decisione dell’esecutivo di procedere alla distribuzione dei fondi in maniera centralizzata, in base alle esigenze via via riscontrate, non è andata giù a molti amministratori meridionali – Stefano Caldoro in primis – che lamentano la violazione dell’accordo bilaterale tra regioni e governo secondo cui la distribuzione delle risorse sarebbe dovuta avvenire secondo criteri diversi (80% al sud e circa il 20% al nord). “La politica di coesione varata da Bruxelles – spiega l’eurodeputato forzista – ha come obiettivo principale quello di accorciare la distanza che separa le regioni più ricche da quelle con un basso reddito e quindi più povere. Un obiettivo difficilmente raggiungibile, per quanto riguarda le nostre regioni meridionali, alla luce dei provvedimenti attuati dal governo in questi ultimi mesi. Non si può certo pensare di risolvere o migliorare i problemi strutturali del sud azzerando praticamente gli investimenti per le infrastrutture o dimezzando la quota di cofinanziamento nazionale dei progetti finanziati con fondi europei. Né tantomeno si può continuare ad assistere alla continua sottrazione di risorse destinate allo sviluppo del sud per finanziare politiche che nulla hanno a che fare con l’obiettivo di stimolare la crescita economica delle regioni meridionali. Il Mezzogiorno non può essere il bancomat del governo: urge una visione strategica a lungo termine per invertire al più presto la rotta. Ho deciso di scrivere un’interrogazione alla Commissione Europea – conclude Patriciello – per chiedere se l’atteggiamento del governo possa ritenersi ammissibile o se invece, come credo, sia in netto contrasto con gli obiettivi e le finalità che la politica di coesione promossa dall’Unione Europea si propone di attuare”.