Un grande tricolore per chiedere il ritorno a casa dei nostri marò è stato esposto al Parlamento europeo di Strasburgo. Dopo l’ennesimo rinvio da parte della Corte Suprema indiana, l’On. Aldo Patriciello insieme al Vice presidente della Commissione europea Antonio Tajani ha partecipato a tale importante iniziativa per sostenere una causa che da tanto tempo è in discussione.
“Anche con questa iniziativa – ha dichiarato Patriciello – chiediamo l’immediato rientro in Italia dei due fucilieri della Marina Militare sequestrati in India da due anni senza alcun rispetto dei diritti umani fondamentali e dei trattati internazionali”.
A rafforzare la richiesta dell’Italia arriva forte la voce del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che è intervenuto a Strasburgo nell’aula della Plenaria. Un evento da forte valore simbolico che è stato ben compreso dai vertici dell’Europarlamento che questa mattina gli hanno riservato un cerimoniale fuori dal consueto, con l’alzabandiera dei vessilli italiano ed europeo.
“Il Presidente della Repubblica, – continua Patriciello – non fosse altro per questioni anagrafiche, non può essere considerato certo un ‘padre fondatore’ dell’Europa unita ma sicuramente possiamo considerarlo uno degli uomini politici contemporanei, che più incarna lo spirito europeo dei fondatori. Napolitano, a pochi mesi dalle più delicate elezioni europee caratterizzate da una deriva populista e antieuropea, è senza dubbio uno dei punti di riferimento degli ideali comunitari. Un uomo a cui rivolgersi per essere aiutati a tenere la barra della barca europea dritta, nella direzione di una maggiore integrazione e di una sempre più significativa capacità di rispondere ai problemi della società comunitaria, attraversata in questi anni da una drammatica crisi economica con pesanti ricadute sull’occupazione e sul tenore di vita dei cittadini europei. Un Napolitano che ha sottolineato di recente, in occasione del suo discorso di fine anno, come non vada dimenticato ciò che l’Europa, l’integrazione europea ci ha dato da decenni: innanzitutto pace e solidarietà”.
Nel corso dei lavori dell’aula, poi, approvate nuove misure contro il dumping delle importazioni vale a dire per contrastare tutte quelle attività di vendita all’estero di una merce a prezzi inferiori a quelli praticati sul mercato interno. La direzione è quella dei dazi doganali o le sovvenzioni nelle importazioni da paesi terzi nonché il supporto alle piccole e medie imprese a sfruttare le misure disponibili a tale scopo. I deputati sottolineano che la complessità e le spese di avvio delle inchieste antidumping e antisovvenzioni riguardano principalmente i maggiori operatori del settore. Le piccole e medie imprese sono invece svantaggiate nell’accesso agli strumenti di difesa commerciale dell’UE. Il Parlamento suggerisce la creazione di un helpdesk che aiuti le PMI a presentare denunce e che fornisca orientamento e assistenza nei procedimenti di indagine. Questo ufficio potrebbe inoltre aiutare il settore colpito, in gran parte in piccole e medie imprese, ad assemblare le prove necessarie sul danneggiamento economico subito, per giustificare il lancio di un’inchiesta antidumping. I deputati aggiungono che per i settori in gran parte costituiti da piccole e medie imprese dovrebbe essere possibile imporre dazi più elevati sulle importazioni di beni oggetto di dumping o di sovvenzioni. Il prossimo passo è rappresentato ora dai negoziati legislativi con il Consiglio al fine di raggiungere un accordo in prima lettura. L’obiettivo sarà quello di raggiungere un accordo sulla nuova legge prima della fine della legislatura.