“Con un atto amministrativo il Dipartimento per le risorse minerarie della Regione Campania cancella e smentisce decenni di lavoro e di investimenti nel Sannio e in Irpinia”. È quanto afferma il consigliere regionale Giulia Abbate (Pd) dopo aver appreso la notizia della pubblicazione sul Burc del parere sul progetto di ricerche petrolifere denominato “Case Capozzi” – avviato dalla società inglese Delta Energy – che, dichiarando l’esclusione dalla procedura Via-Vas-Vi, di fatto imprime una brusca accelerazione.
“È inaccettabile sapere – attacca Abbate – che quattro tecnici pescati in una short list abbiano potuto spianare la strada allo sfruttamento di un territorio su cui sono stati e saranno investiti milioni di euro per un’agricoltura di qualità e per la valorizzazione del patrimonio culturale. Ci sono troppe incongruenze e troppi silenzi intorno a questa vicenda, che va portata immediatamente su un piano politico. Ho sentito in queste ore il consigliere regionale Rosa D’Amelio, con cui abbiamo concordato la necessità di un’azione congiunta del Partito Democratico sannita e irpino. Sarà mio impegno condividere subito questa necessità con il segretario provinciale Mino Mortaruolo e con il sottosegretario Umberto Del Basso De Caro.
Le ricerche petrolifere sono l’anticamera dello scavo dei pozzi. Su questo non si può mentire. E allora Governo e Regione devono dire a chiare lettere qual è il programma di sviluppo delle aree interne della Campania. C’è una contraddizione insanabile tra trivellazioni petrolifere e vocazione agroalimentare-turistica. Delle due l’una, o questa vicenda è sfuggita dalle mani di qualcuno oppure dei destini di Sannio e Irpinia interessa molto poco. Non possiamo continuare ad essere un pezzo di territorio dove da un lato si investono i fondi dell’Unione europea e dall’altra si stravolge la qualità ambientale. Peraltro i tecnici napoletani affermano a cuor leggero che le vibrazioni dei mezzi vibroseis non producono effetti diretti in una zona ad elevato rischio sismico. Ma il punto vero è che quella richiesta di ricerca petrolifera andava stracciata a monte.
Come presidente della Commissione Trasparenza convocherò nel merito gli attori politici di questa vicenda: l’assessore all’Ambiente Giovanni Romano e il ministro allo Sviluppo Economico Federica Guidi (o un suo rappresentante). Anche se la riapertura delle ricerche risale al ministro Passera e al governo Monti, ad oggi nessuno ha messo in discussione questa scelta. Se, come immagino, le risposte saranno ancora evasive, invierò il verbale della seduta all’attenzione della Commissione Europea. Non si possono spendere i fondi strutturali per creare sviluppo e poi vanificarli con una scelta discutibile. Con tutto il rispetto, il Sannio e l’Irpinia non possono fare la fine della Basilicata. L’entroterra campano ha un immenso patrimonio materiale e immateriale che non può essere abbandonato alla desertificazione sociale ed economica.
Ormai le chiacchiere stanno a zero, la questione è solo politica. Il destino del nostro territorio non può essere deciso da un atto di un governo defunto né da un’azienda privata inglese”.
Ufficio stampa GIULIA ABBATE (PARTITO DEMOCRATICO)
Consigliere Regione Campania – Presidente Commissione Trasparenza