Il Casale di Quadrelle, unicum con il palazzo e il giardino Pagano: Spiccioli di …storia

Il Casale di Quadrelle, unicum con il palazzo e il giardino Pagano: Spiccioli di ...storia

Il Casale di Quadrelle, unicum con il palazzo e il giardino Pagano: Spiccioli di ...storiaLe vicende del Casale di Quadrelle e quelle del Palazzo Pagano con l’annesso Giardino s’intrecciano, quasi a costituire un’unica entità, un unicum integrato di vita sociale ed economica, con cui si identifica la storia della piccola comunità cittadina. Sono gli atti documentali della Soprintendenza ai beni culturali di Avellino, Salerno, Benevento, Caserta, a darne conferma. Risale così al 1297, il titolo di concessione- sottoscritto da Carlo I d’Angiò– in virtù del quale il Palazzo e il Giardino, insieme con il boscoso complesso collinare e montano del Litto e il sito di Pontemiano, ricadenti nell’attuale contesto comunale di Mugnano del Cardinale, sono ceduti al nobile salernitano Tommaso Scillato.

   Sedici anni dopo- nel 1313- Roberto d’Angiò dispone che Riccardo Scillato ceda il Palazzo con il Giardino all’Abbazia di Montevergine, ch’era in capo all’Ordine dei benedettini ed era proprietaria di uno dei più vasti e ricchi patrimoni terrieri della Campania; di fatto, il Palazzo era una Casa palaziata, denominazione, con la quale si connotava un articolato comprensorio di vani-terranei e di ambienti di cosiddetta edilizia minore, con il sovrastante primo piano, a cui erano annessi i retrostanti terreni agricoli, costituendo un possedimento agricolo, inteso come grangia, assimilabile ad una vera e propria masseria, a servizio delle attività dei monaci, nel segno del motto di Benedetto da Norcia, coniugando preghiera e lavoro.

   Nel XV secolo il Casale di Quadrelle, il Palazzo e i terreni, parte dei quali sono destinati alla formazione del Giardino cambiano di nuovo proprietà, secondo le consuetudini di compravendita per i potentati feudali laici, religiosi e monastici erano pratica corrente per interessi economici, politici ed umanitari, come nel caso in specie. E diventano parte del patrimonio della Real Casa Santa dell’Annunziata di Napoli, l’istituzione, fondata nel ‘300, che era dedicata all’accoglienza dei neonati e dell’infanzia abbandonata. Negli iniziali anni del XVII secolo, il Palazzo e il Giardino sono acquistati dalla famiglia nobiliare dei Barile.

   Il Palazzo assume profili ed arredi consoni al rango dello status nobiliare dei Barile, cambiando la propria “carta identificativa” in tutt’uno con il Giardino. Tutti i segni simbolici di matrice religiosa scompaiono e sono rimossi, sostituiti da figurazioni naturalistiche, astronomiche, astratto-geometriche e demoniache. La grangia benedettina sfuma in lontani ricordi, con i tratti distintivi fissati nei documenti ufficiali e notarili. Nel 1742 donna Teresa Barile cede- con atto di donazione- al marito, don Paolo Braccio, barone di Cutignano e San Silvestro il Palazzo, il Giardino e i terreni. L’anno successivo l’intero comprensorio viene venduto al principe di Ischitella, don Francesco Emanuele Pinto. Nel 1773 il compendio di tutti i beni, che avevano formato la grangia abbaziale di Montevergine nel Casale di Quadrelle  è acquistato con un cospicuo investimento da don Sebastiano Pagano e alla famiglia dei Pagano appartiene.

LA SIMBOLOGIA DELL’ACQUA E DELLA PALMA …NEL DIVENIRE DELLA VITA

Il Casale di Quadrelle, unicum con il palazzo e il giardino Pagano: Spiccioli di ...storiaAcqua Serta, la Cascata di Acquaserta, Melelle, Tufarola, per non dire dello spettacolo di Acqua Palumbo, caratterizzata dalla splendida polla sorgiva dal suolo, a cui facevano- e fanno- da vigili sentinelle gli alberi di alto fusto del bosco circostante, e dell’affascinante ed ombrosa gola di Valle Fredda, dalla cui omonima sorgente, protetta da folte e svettanti faggete, fiottava- e fiotta- acqua cristallina, copiosa e…super ghiacciata anche nei giorni agostani, quando il Solleone ferve più alacre ed intenso, mentre le punte dei suoi spiragli stentano a trapassare la trama dei rami degli impettiti e fieri faggi.

   Sono i toponimi, che punteggiano le aree montane di Quadrelle, nelle quali boschi e sorgenti d’acqua vivono in simbiosi, nello scenario dei Monti Avella, la cui dorsale è la vera anima del Parco del Partenio. Località ben care agli escursionisti. E la vita del Giardino di Palazzo Pagano si esprime nel linguaggio delle acque, che completa ed arricchisce l’apparato decorativo e il secolare parco arboreo, con frutteto, del contesto.

La simbologia del Giardino si rivela nella piccola scultura marmorea, quasi nascosta, raffigurante un mascherone, dalla cui bocca sgorgava l’acqua ed iscritto in un ovale, alla cui sommità appare la di un monaco, incorniciata da un cappuccio di saio. E’ l’iconografia, che funge da testimonianza dell’originale proprietà abbaziale del Sito. E proprio sul mascherone s’è esercitata di recente la mano ….-vandalica dei soliti ignoti.

 Le acque del Giardino, canalizzate negli impianti idraulici che non sono piùà efficienti come nei tempi andati, alimentano tre fontane, in grotte ed edicole, dislocate in aderenza con i muri perimetrali, mentre una quarta fontana , circolare, è allocata sull’area d’intersezione dei due viali mediani, che attraversano la superficie del Giardino, che si sviluppa per 3500 metri quadrati. Sono viali, che non determinano, come di consueto, quattro settori eguali, bensì quattro trapezoidi, che sembrano “simulare” la prospettiva generale già a livello di pianta.

I simbolismi del Bel Sito  si riconoscono nel polo della morte e della distruzione, la cui sintesi rappresentativa è procurata dalla presenza del cipresso, a cui fa da contrasto il polo della vita, del ciclo vitale esaltato dalla palma, costantemente raffigurata nelle edicole, in cui sono innestate le fontane, da cui sgorga l’acqua, la cui cellula costituisce l’origine di tutte le forme viventi, in uno con il loro essere e…perenne divenire.

L’acqua, che, per secoli ha alimentato le fontane del Giardino, era attinta dalla generalità degli abitanti del Casale di Quadrelle direttamente dal Cellaio del Palazzo o dalla fontana antistante il Palazzo stesso. Una condizione, che si è protratta sino al periodo a cavallo degli anni ’40 e ’50 del secolo scorso, quando il Consorzio dell’Alto Calore “ ha posto a regime” l’intero patrimonio delle acque sorgive dei monti circostanti, realizzando il moderno sistema di idrostrutture, che si ramifica sui territori di Sirignano, Mugnano del Cardinale, Quadrelle ed oltre ancora. L’acqua è diventata così il bene di un servizio pubblico diffuso per usi domestici e industriali. Un’operazione di straordinaria portata per lo sviluppo civile, inserita nelle grandi opere infrastrutturali, che attuò la Cassa del Mezzogiorno in quei lontani anni in tutto il Sud, dove l’acqua, specie nei piccoli Paesi era bene raro si attingeva – facendo lunghe e faticose file con brocche e recipienti di varia capienza- alle poche fontane pubbliche esistenti o nelle Case paliziate.

 Ma dopo aver consumato alcuni spiccioli di microstoria nostrana, spazio a qualche dettaglio di cronaca. Ecco, il primo.

Promotore, artefice ed “inventore” del Consorzio intercomunale dell’Alto Calore per le provincie di Avellino e Benevento, i cui territori di loro erano ricche di sorgenti, fu l’onorevole Fiorentino Sullo, democristiano, parlamentare di lungo corso e uomo di governo per varie legislature, denominato anche “’O ministro acquaiolo”.

   A Quadrelle, fin dal 1946 per la campagna del referendum istituzionale, la presenza di Sullo è stata costante ed assidua, almeno fino agli iniziali anni ‘60. Una presenza, che lo vide eletto, a soli 27 anni, “Padre della Costituzione”; presenza, che ad ogni appuntamento per le elezioni parlamentari, si traduceva nella Bassa Irpinia in consensi-record, con soglie mai toccate da altri parlamentari e solo …sfiorate appena da Ciriaco De Mita, altro recordman di “preferenze”, alle “politiche”. A Sullo, in particolare, si deve  la localizzazione del Casello autostradale della Napoli-Bari sul territorio di Baiano alla confluenza con quello di Mugnano del Cardinale.

   Secondo dettaglio. La riscoperta della storicità del Giardino di Quadrelle si deve sul finire degli anni ’80 del secolo scorso a quel dinamico gruppo di giovani e meno…giovani, che incontrarono e recepirono la cultura dell’ambiente e dell’identità dei territori; gruppo, che con l’insegna Oìkos  svolse un importante ruolo di sensibilizzazione, per fronteggiare le problematiche ambientali del territorio. Il Bel Sito costituì il centro d’interesse degli studi della dottoressa Maria Grazia Cataldi della Soprintendenza ai Bass di Avellino, a cui si deve l’eccellente lavoro di conoscenza storica dell’Eremo di Gesù e Maria sull’omonima collina, a Baiano. Un lavoro di schedatura, che nei decenni scorsi- con l’amministrazione comunale, guidata prima dal sindaco Napolitano e poi dal sindaco Masi– è valso a far recuperare e ripristinare nei decenni scorsi Eremo, con progettazione coordinata dall’architetto De Rosa, nel quadro degli interventi del Pit della Valle dell’Antico Clanis.

   Il Casale di Quadrelle, unicum con il palazzo e il giardino Pagano: Spiccioli di ...storiaOggi, l’Eremo di Gesù e Maria nell’ambito delle iniziative pastorali e di evangelizzazione della Diocesi di Nola è cuore pulsante di religiosità e d’incontro per comunità oranti. Un luogo di spiritualità circondato da verdeggianti uliveti.