Dopo un anno di stop a causa della pandemia, è tornata in città l’ennesima manifestazione con animali prigionieri. Presso il Centro Agroalimentare sito nella zona industriale, infatti, si sta tenendo la sesta edizione della “Mostra Ornitologica Internazionale Città di Salerno”, patrocinata, tra gli altri, dal Comune di Salerno e dalla Regione Campania. Come negli anni precedenti, attivisti di Veg in Campania e di altre realtà animaliste, saranno presenti con un presidio ed un volantinaggio informativo, proprio quando la mostra verrà aperta al pubblico, la mattina di domenica 24 ottobre.
Sebbene gli organizzatori dichiarino di avere tra gli obiettivi quello di “propagandare l’amore e la conoscenza degli uccelli e del loro habitat”, di fatto, quelli che si trovano all’interno del polo fieristico, sono migliaia di uccelli privati per sempre della libertà, esseri senzienti che in natura volerebbero per migliaia di chilometri, detenuti in gabbie minuscole, trasformati in merce da esibire e scambiare, trasportati in scatolette poco più grandi di loro. Un vero mercato di schiavi che viene presentato addirittura come evento per famiglie.
Queste manifestazioni sono inoltre altamente diseducative per i più piccoli, che le vedono come una vera e propria legittimazione della sopraffazione del più forte nei confronti del più debole, dell’uomo su tutti gli animali. Viene veicolato il messaggio che l’unico modo di stare al mondo è sfruttare, usare, far dei male ai soggetti più fragili della società in cui viviamo, che è lecito ridurli in schiavitù. “Allevare è proteggere” è il motto dell’associazione ornitologica organizzatrice. Allevare, invece, è imprigionare altre specie per il nostro egoismo, con iniziative che portano i bambini ad essere sempre meno empatici, quando andrebbe spiegato che, reclusi a vita, questi animali impazziscono di noia e disperazione. Dovremmo trasmettere loro esattamente l’opposto: amare gli animali significa liberarsi dal desiderio di possederli.
Ancora una volta l’amministrazione comunale di Salerno, nonostante un regolamento di tutela degli animali, non ha dimostrato la dovuta sensibilità, autorizzando e patrocinando anche questa edizione della mostra. Il suddetto regolamento, all’articolo 50, “dimensioni delle gabbie/voliere”, stabilisce misure minime precise. Parametri mai rispettati in questo tipo di eventi. L’appello al sindaco Napoli, dunque, è ancora una volta di effettuare rigidi controlli, ma soprattutto seguire l’unica direzione in sintonia con una società che si autodefinisce civile, ovvero non concedere più né l’autorizzazione né il patrocinio a questo genere di iniziative, che nulla hanno di culturale e sono invece manifestazione di sopraffazione dell’uomo sulle altre specie.
Nadia Bassano – Veg in Campania