a cura di don Riccardo Pecchia
Oggi 14 settembre la chiesa celebra l’Esaltazione della Santa Croce, la croce, è il segno del più terribile fra i supplizi, per il cristiano l’albero della vita, il talamo, il trono, l’altare della nuova alleanza. Dal Cristo, nuovo Adamo addormentato sulla croce, è scaturito il mirabile sacramento di tutta la Chiesa. La croce è il segno della signoria di Cristo su coloro che nel Battesimo sono configurati a lui nella morte e nella gloria. Nella tradizione dei Padri la croce è il segno del figlio dell’uomo che comparirà alla fine dei tempi. La festa dell’Esaltazione della Croce, che in Oriente è paragonata a quella della Pasqua, si collega con la dedicazione delle basiliche costantiniane costruite sul Golgota e sul sepolcro di Cristo. La Chiesa cattolica, molte Chiese protestanti, e la Chiesa ortodossa celebrano la festività liturgica dell’Esaltazione della Santa Croce, il 14 settembre, anniversario del ritrovamento della Croce da parte di sant’Elena, nel 320, e della consacrazione della Chiesa del Santo Sepolcro in Gerusalemme nel 335. Nei secoli questa festività incluse anche la commemorazione del recupero da parte dell’imperatore Eraclio della Vera Croce dalle mani dei Persiani nel 628. Nell’usanza gallese, a partire dal VII secolo, la festa della Croce si teneva il 3 maggio. Quando le pratiche gallesi e romane si combinarono, la data di settembre assunse il nome ufficiale di Trionfo della Croce nel 1963, ed era usato per commemorare la conquista della Croce dai Persiani, e la data in maggio fu mantenuta come Ritrovamento della Santa Croce, comunemente detta Invenzione della Croce. In Occidente ci si riferisce spesso al 14 settembre come al Giorno della Santa Croce; la festività in maggio è stata tolta dal calendario liturgico del rito romano in seguito alle riforme del Messale Romano operate sotto Giovanni XXIII nel 1960/1962. La Chiesa ortodossa commemora ancora entrambi gli eventi, uno il 14 settembre, rappresentando una delle dodici grandi festività dell’anno liturgico, e l’altro il 1 agosto nel quale si compie la Processione del venerabile Legno della Croce, giorno in cui le reliquie della Vera Croce furono trasportate per le strade di Costantinopoli per benedire la città. In aggiunta alle celebrazioni nei giorni fissi, ci sono alcuni giorni delle festività mobili in cui viene fatto particolare ricordo della Santa Croce. La chiesa cattolica compie l’adorazione liturgica della Croce durante gli uffici del Venerdì Santo, mentre la chiesa ortodossa celebra un’ulteriore venerazione della Croce la terza domenica della Grande Quaresima. In tutte le chiese greco-ortodosse, durante il Giovedì Santo, una copia della Croce viene portata in processione affinché la gente la possa venerare.
14 settembre: sant’Alberto di Gerusalemme, Alberto Avogadro dei conti di Sabbioneta, di origine francese, nacque a Castrum Gualtierii (odierno Castel Gualtieri), in Emilia, verso il 1150, divenne, nel 1180, Canonico Regolare di sant’Agostino della chiesa di Santa Croce di Mortara (mortariensi) di Pavia, della quale fu anche priore. Nel 1184 fu nominato vescovo di Bobbio per un anno. Eminente per la sua vita, per il suo sapere e per la sua reputazione, Alberto governò la diocesi di Vercelli per 20 anni. Fu mediatore di pace (tra Milano e Pavia, 1194; tra Parma e Piacenza, 1199). Come vescovo si impegnò in materia di legislazione ecclesiastica e nel 1194 formulò gli Statuti dei Canonici di Biella. Nel 1205 papa Innocenzo III lo nominò Patriarca latino di Gerusalemme, con l’ufficio di Legato papale per la Terrasanta. Sbarcò a San Giovanni d’Acri nel 1206, vale a dire l’anno della morte di san Bertoldo, e si legò in stretta amicizia con san Brocardo. Appena quest’ultimo ebbe preso le redini del governo dell’Ordine carmelitano, chiese al santo Patriarca di scrivere una “norma di vita” (formula vitae), sulla maniera in cui doveva intendersi la vita comune nel Carmelo. Regola piena di saggezza, ammirabile transazione tra l’Oriente e l’Occidente, che riunì a poco a poco tutti gli spiriti, e non ha cessato di produrre, d’allora in poi, frutti divini di santità in un numero quasi infinito di cuori generosi. La regola fu poi approvata prima da papa Onorio III, nel 1226, e confermata definitivamente, il 1 ottobre 1247, da parte di papa Innocenzo IV, con la bolla “Quae honorem Conditoris”. Sant’Alberto morì, durante la processione dell’Esaltazione della santa Croce, il 14 settembre del 1214, pugnalato, ad Acri, da un altro religioso, dal Maestro dell’Ospedale di Santo Spirito, da lui rimproverato e rimosso dal suo ufficio, per cattiva condotta.