Sebastiano era originario, da parte paterna, della Gallia, probabilmente della città di Narbona, e di madre milanese. A Milano venne educato nella fede cristiana. Arruolato nell’esercito romano dell’imperatore Diocleziano intorno al 283, divenne capo della prima corte della guardia imperiale di Roma. Allo scoppio della persecuzione, sfruttando la sua posizione a corte, aiutò molti cristiani rinchiusi in carcere, e per questo fu condannato a morte dal suo imperatore. Venne sepolto sulla via Appia, nelle catacombe che più tardi prenderanno il nome del martire. Di lui parla anche Sant’Ambrogio, Arcivescovo di Milano, in un omelia sul salmo 118. Sono queste le notizie storiche alle quali aggiungiamo quelle cosiddette leggendarie, trovate nella Passio del monaco Arnobio il giovane. La condanna a morte del soldato romano venne eseguita su ordine di Diocleziano da un gruppo di arcieri in aperta campagna: come vediamo in raffigurazioni sacre, Sebastiano viene legato a un albero e trafitto di frecce e fu poi lasciato in pasto agli animali selvatici. La matrona romana Irene, andata a raccoglierne il corpo, trovò Sebastiano ancora in vita. Lo porta a casa e lo cura. Ripresosi. andò al Palazzo dell’Imperatore per rimproverarlo del fatto della persecuzione dei cristiani. Diocleziano lo fece fustigare a morte e gettare nella cloaca della città. Lucina, un’altra matrona, ne recupera il corpo e gli diede una degna sepoltura cristiana. La Depositio Martyrum, il più antico calendario romano segnala il luogo originario del Suo sepolcro ad Catacumbas. Per le sue piaghe, Sebastiano è invocato come protettore degli appestati e a Milano, durante la peste del 1576-77, San Carlo Borromeo ne rivivifico il culto. San Sebastiano é protettore in molte città di cui è co-protettore a Roma. Anche in Campania è molto venerato: San Sebastiano al Vesuvio, Marigliano, Brusciano, Visciano e Avella in bassa Irpinia. A Visciano, la processione uscirà dalla monumentale chiesa a Lui dedicata alle 12 e percorrerà le strade principali della cittadella della carità col il sindaco in fascia tricolore. Nicola Valeri