Abuso d’ufficio in concorso, è questa l’accusa mossa dalla Procura di Avellino ai danni del sindaco di Avella Domenico Biancardi e di tutti gli altri consiglieri comunali che nel civico consesso del giugno 2014 approvarono la delibera per acquisire al patrimonio comunale la villa di proprietà della famiglia Abate, destinata ad essere demolita. Tutti sono rinviati a giudizio. Già fissata la data della prima udienza: il prossimo 17 marzo. A decidere per il processo il Gup del Tribunale di Avellino Giovanfrancesco Fiore dopo aver letto la relazione di conclusione delle indagini preliminari firmata dal sostituto procuratore Elia Taddeo. La vicenda è ancora fresca nella memoria degli avellani. L’abitazione della famiglia Abate, per una serie di irregolarità, doveva essere demolita. Sdegno e rabbia nella cittadinanza. Giorni di proteste vibranti che si conclusero con un polemico sit-in dinanzi alla villa nel giorno in cui sarebbero dovute arrivare le ruspe. Al presidio partecipò con tanto di fascia tricolore anche il sindaco Biancardi che polemizzò aspramente con le forze dell’ordine intervenute per facilitare le operazioni di abbattimento dell’abitazione.