Avella, Baiano e Sperone sono tre comuni situati alla base del massiccio dei monti Partenio che usufruiscono da oltre 100 anni delle sorgenti situate sulle falde della catena del Partenio per l’approvvigionamento di acqua potabile. Il primo acquedotto, sia esterno che interno all’abitato, fu costruito a totale spese del Comune di Avella nel lontano 1906.Dopo qualche hanno partecipo alle spese anche il Comune di Sperone e successivamente quello di Baiano. Questi tre comuni da quegli anni in poi hanno gestito direttamente, con proprie risorse e propri dipendenti, la distribuzione dell’acqua potabile per il fabbisogno dei propri amministrati. Nel 1952, su richiesta dei tre Comuni, intervenne la Cassa per il Mezzogiorno che effettuò lavori di ammodernamento della rete esterna, nuove captazioni e serbatoi più grandi e separati per ogni Comune; questo per soddisfare le maggiori esigenze degli abitanti dei tre comuni, che nel frattempo erano aumentati.
Nel 1956, anno di ultimazione dei lavori, la Cassa decretò che la quantità totale delle acque derivanti dalle sorgenti fosse ripartita, in un apposito casotto ripartitore, fra i tre comuni in parti proporzionali rispetto al numero degli abitanti e cioè: Avella il 60%, Baiano il 24% e Sperone il 16%. La porta del casotto ripartitore aveva tre serrature e poteva essere aperto solo con la presenza contemporanea dei tre Comuni. Il Comune Capofila fu nominato Avella. Nel 1981, dopo il disastroso terremoto del 14 febbraio che colpì la zona, sempre su richiesta dei tre comuni, intervenne di nuovo la Cassa per il Mezzogiorno per ripristinare le falde acquifere che in seguito alle scosse sismiche subirono delle forti flessioni. Furono sostituite tutte le condutture di adduzione ai serbatoi e furono trivellati a valle tre pozzi, uno per ogni comune, furono costruiti altri due serbatoi (uno per il Comune di Baiano e l’altro per Sperone), mentre quelli precedenti rimasero nella disponibilità di Avella. I lavori terminarono nel giugno del 1982.
Oggi abbiamo intervistato Pietro Vittoria, ex amministratore avellano già alla fine degli anni ’70, uno dei maggiori conoscitori di quello che è il patrimonio idrico avellano che ci ha portato a visitare quelli che sono i pozzi, le sorgenti e ci ha raccontato particolari sconcertanti. (Clicca sul video per ascoltare)