È il quartiere di Napoli conosciuto da tutti come luogo di malavita e segnato dal sangue della camorra, dove regna la legge del più forte. Eppure Scampia è anche altro: ecco la parte buona di un quartiere da sempre “etichettato” in negativo. La parte buona di Scampia sono i giovani, che non sono tutti coinvolti nell’illegalità, ma cercano di dare un segnale importante nella rinascita e nello sviluppo di un quartiere che li ha visti nascere e affrontare le difficoltà più cruente tra quei palazzi a forma di vela che ormai sono divenuti il simbolo del suo degrado. Giovani che ce l’hanno fatta e che tutti i giorni combattono per farcela, con lo studio e impegnandosi a vivere quotidianamente e onestamente. Come Maria, che dopo essersi diplomata lavora in un’azienda ed è riuscita ad affermarsi malgrado le difficoltà del suo quartiere. O come Giuseppe, che è un infermiere e lavora in maniera onesta dopo essersi laureato, e non vuole lasciare Scampia perché crede che si possa e si debba cambiare. Scampia non è solo ciò che le serie Tv mostrano, è anche sensibilità, disponibilità e umanità, e soprattutto rinascita dal buio della malavita.
Tutto questo è stato ribadito stamane al teatro Biancardi di Avella alla presenza dell’autore della pubblicazione dal titolo “La meglio Gioventù di Scampia”, don Aniello Manganiello, delle autorità politiche quali il sindaco Domenico Biancardi e l’on Enzo Alaia, i dirigenti scolastici dell’Istituto Comprensivo “Mons. p. Guerriero” di Avella, quello dell’ISIS Vallo Lauro-Baianese, e i membri di alcune associazioni locali che si battono per la legalità e la salvaguardia dell’ambiente. Il convegno ha visto la presenza degli alunni della scuola di secondo grado di Avella.