“Sono pienamente d’accordo con il Sig. Giovanni De Luca, disabile che ha inviato la lettera al Comune di Avella, alla Soprintendenza e, per conoscenza, anche alla Fondazione. Bisogna dotare l’anfiteatro e tutti gli altri siti avellani di passerelle, dunque migliorare i percorsi per consentire l’accesso ai disabili in carrozzina. Volevo però aggiungere una piccola nota a questa sua denuncia: negli anni precedenti ci sono stati altre situazioni simili, cioè la presenza di disabili ai concerti o agli eventi, però questi, prima di accedere, hanno contattato la protezione civile di Avella che si è attivata subito per il trasporto nell’arena garantendo la massima assistenza, inoltre quest’anno c’è stata anche una richiesta di trasporto a domicilio, ciò dimostra che non è totalmente impossibile per un disabile raggiungere l’anfiteatro. E’ chiaro che questo non giustifica l’assenza di passerelle o ascensori o altre strutture simili, quindi la richiesta di De Luca è più che lecita. Proprio ieri seguivo una trasmissione su Rai 1 “Petrolio” in cui denunciavano lo stato di abbandono del patrimonio culturale italiano quindi proprio dei siti perchè lo Stato non riesce a sostenere le spese. Ma io credo che non si tratta di “sostenere le spese” ma di investire, restaurare e nel caso dei disabili adeguare le strutture in modo da renderle accessibili a tutti ed aumentare il flusso di turisti e quindi gli introiti favorendo lo sviluppo del territorio. Questi sono i debiti che dovrebbe fare lo stato, debiti che rendono. solo così il Sig. De Luca può trovare la passerella all’anfiteatro ad Avella per poter visitare il sito più facilmente, solo così tutti i turisti possono trovare l’anfiteatro sempre aperto con tutti i servizi. Se poi lo Stato non può o ha paura di fare questi investimenti la cosa più logica sarebbe quella di privatizzare i siti, io sono a favore della privatizzazione vista la totale incapacità delle amministrazioni e dei cittadini a gestire e conservare la “cosa pubblica”, almeno qui al sud è così, ma noi ci sforziamo affinchè tutto rimanga pubblico, chissà se ne vale la pena. Qualche mese fa già segnalai pubblicamente la questione definendo Avella come “una miniera d’oro”. Ho inviato diverse mail alla segreteria del ministero dei beni culturali. Bisogna intensificare le richieste e far capire ai governanti della vera forza di questa Italia. Sono contento che la Rai abbia mandato in onda quel servizio”. Questa l’ultima nota di Michele Amato della Fondazione “Avella Città d’arte”.