di Gianni Amodeo
Si dice Piano nazionale di ripresa e resilienza – in sigla Pnrr – e si fa riferimento alla strumento funzionale all’attuazione degli obiettivi della New generation Eu, intesa quale Unione europea di nuova generazione o, se si vuole dire meglio, Unione europea in divenire e del futuro per le nuove generazioni, da articolare e rendere attiva negli scenari della globalizzazione e dell’era spaziale, all’insegna del Secolo asiatico, come viene definito il XXI in corso, subentrato al pregresso Secolo americano che ha ceduto il passo una ventina d’anni fa.
Al Pnrr si rapporta l’ormai noto Recovery plan , dotato di risorse economiche pari a 750 miliardi di euro da ripartire in quote variabili tra i 27 Paesi dell’ Unione, con quella maggioritaria in assoluto- pari ad oltre 200 miliardi- di cui è beneficiaria l’Italia. Una dotazione, alla cui formazione concorrono tutti i Paesi dell’Unione, incrementando le normali quote versate annualmente – stimate in rapporto al Prodotto interno lordo nazionale– per il bilancio generale dell’Ue. Un vasto programma d’interventi, con impegni di spesa da adempiere per la realizzazione di progettazioni mirate, tra il 2021 e il 2027, secondo le basilari finalità della coesione politica e mutua solidarietà dell’Unione, fronteggiando e contenendo – al meglio possibile delle strategie che la sanità pubblica, da un lato, e i governi nazionali, dall’altro sono in grado di praticare – la crisi sanitaria e la crisi socio–economica, generate dalla pandemia planetaria.
Per l’Italia, destinataria della maggiore quota del riparto, il Recovery plan rappresenta la straordinaria opportunità, per recuperare i ritardi macroscopici ch’è venuta accumulando nel decorso decennio, con indici di produttività in permanente calo, rispetto alle dinamiche produttive ed economiche europee e internazionali; recupero, che si attua – coniugando di necessità- la transizione ecologica e la digitalizzazione, con congrue scelte politiche per la realizzazione di strutture e infrastrutture che siano al passo con l’innovazione culturale e tecno-scientifica in costante evoluzione. Per il Sud, a sua volta, l’efficace e incisivo utilizzo dell’opportunità – Recovery , se dispiegata in tutte le sue potenzialità, si tradurrà nella capacità di porsi sulla scia virtuosa del Nord e dell’Europa con le marce in più, integrandosi e conformandosi con i paradigmi di qualità nell’organizzazione sociale e produttiva da cui sono caratterizzati. E , fermando l’attenzione sul versante dei servizi come delle infrastrutture, balza in tutta evidenza che per il Sud si apre una partita importante che soltanto il Recovery può far canalizzare verso esiti positivi.
E’ il versante, di cui fa parte integrante l’agenda dei servizi idrici integrati, in grande affanno e difficoltà proprio nel Sud, con gestioni non salvaguardate nella stragrande maggioranza dei Comuni; e le gestioni non salvaguardate, sono quelle che disattendono del tutto o in gran parte le direttive e le normative comunitarie europee, che, tra le altre, disciplinano rigorosamente le tutele igienico-sanitarie, in relazione alla funzionalità dei sistemi fognari e degli impianti di depurazione. Un’inadeguatezza che comporta ricadute fortemente negative e ad alta nocività per la vivibilità ambientale; un’inadeguatezza, che, non a caso, lo Stato italiano, sconta con multe da “pagare” all’Unione europea e che, mediamente, valgono … appena 60 milioni all’anno, pagati dai cittadini contribuenti; infrazioni che derivano, in larga misura, dalle annose “negligenze” ed … omissioni delle Regioni meridionali nel delicato settore. Ma, restando nel settore, merita rilievo la vicenda del Consorzio di fatto per i servizi idrici integrati, a cui afferiscono Avella, Baiano e Sperone, una realtà che interessa una popolazione di circa 18 mila abitanti; piccola, ma significativa realtà che interessa conoscere, grazie al racconto che ne fa il professore Raffaele Stago, figura d’eccellenza del volontariato civico del territorio, già docente di Matematica negli Istituti statali d’ Istruzione superiore ed attualmente a Sassuolo, dove s’è trasferito con la famiglia e continua a dispensare i … semi dell’impegno sociale.
Il professore Stago fu il reale artefice dell’iniziativa del 2006, con il supporto del Circolo “L’Incontro” e del Gruppo dei donatori di sangue, Fratres , sodalizi di cui è stato fondatore e presidente, al contempo. Con i diretti collaboratori sviluppò un’analisi statistica meticolosa e documentata, comparando, tra l’altro, i costi di gestione e le onerose fatturazioni che l’Alto Calore faceva pagare agli utenti di Mugnano del Cardinale, Sirignano e Quadrelle– e siamo nel 2006– per i servizi idrici erogati, a fronte dell’economicità per gli stessi servizi a carico degli utenti del Consorzio … di fatto, ma da regolamentare. Ed ecco il racconto del professore Raffaele Stago– pubblicato da “Il Meridiano” , cartaceo in formato tabloid per il fascicolo mensile di maggio del 2010-, mentre i percorsi che si aprono per il futuro del Consorzio, con i tempi che stringono per la concessione dei finanziamenti del Pnrr tra l’anno in corso e il 2022, saranno focalizzati in altri servizi. Con riflettori puntati anche sulle “Questione idrica”, in cui si dibattono da anni le comunità di Mugnano del Cardinale, Sirignano e Quadrelle.
Dove va la nostra acqua ?
Sono trascorsi circa 4 anni da quando ponemmo all’attenzione dell’opinione pubblica locale il problema del Consorzio idrico Avella- Baiano- Sperone. Bisogna risalire infatti al settembre 2006, quando, prendendo spunto dalla raccolta di firme per la legge di iniziativa popolare per l’abolizione degli Ambiti territoriali ottimali– in acronimo, Ato-, il Circolo “L’Incontro” e il “Gruppo Donatori Fratres” organizzarono nella Sala consiliare del Palazzo municipale di Baiano, il convegno sul tema-domanda “Dove va la nostra acqua?”, con una partecipazione strabocchevole di cittadini, nonché di Amministratori Comunali e del Presidente pro-tempore dell’ A.T.O. Calore Irpino, On.le Pasquale Giuditta, parlamentare dei Popolari–Udeur nella XV legislatura.
Da allora, ne è passata letteralmente di acqua sotto i ponti, ma delle conclusioni di quella straordinaria manifestazione , non è rimasta traccia; e dire che per tutti la questione rivestiva i caratteri dell’urgenza.
Il convegno, organizzato dal sottoscritto e da altri amici,si tenne il primo ottobre 2006 ed era incentrato sulla problematica della gestione dei servizi idrici inerenti al Consorzio Avella-Baiano-Sperone, nel quadro del riordino della Legge Galli con cui furono istituiti gli Ato su scala territoriale, in funzione di una concreta attuazione dei principi di efficienza, efficacia ed economicità dei servizi da garantire ai cittadini; principi correlati ai valori della solidarietà intercomunale e della territorialità, valorizzando le istanze di autogoverno delle comunità locali.
Il Consorzio, istituito negli anni ‘ 50 del secolo scorso, presentava tutti i requisiti previsti dalla Legge suddetta, essendo basato su una struttura funzionale, agile e di buon senso che assicura tuttora un servizio accettabile, ovviamente migliorabile, ai residenti in termini di economicità e di garanzia igienico-sanitaria, ma pende su di esso il macigno A.T.O. che mira a subentrare nella gestione per incrementare il suo famelico apparato burocratico– clientelare e/o fare da ponte per manovre speculative delle multinazionali in agguato.
Elaborammo allora, una serie di proposte, unanimemente approvate dai presenti tranne ,ovviamente, l’On.le Giuditta, proposte che qui riassumo:
- Mantenere in vita il Consorzio esistente, migliorandolo nella gestione;
- Cercare di estenderlo ai Comuni limitrofi, se interessati;
- Sollecitare uno studio di fattibilità affidato al Dott. Belmonte, esperto del settore, al fine di costituire un unico gestore multi servizi che comprenda personale tecnico, contabile ed operativo per conto dei tre Comuni per la gestione del servizio idrico integrato, costituito dai servizi pubblici di captazione, adduzione e distribuzione di acqua ad usi civili, di fognature e di depurazione delle acque reflue, puntando essenzialmente sulla razionalizzazione delle figure professionali e degli organismi tecnici già esistenti;
- Sollecitare l’approvazione in tempi rapidi di queste misure da parte dei Consigli Comunali di Avella, Baiano, Sperone possibilmente in seduta congiunta;
- Affidare ad un unico laboratorio di analisi il controllo della qualità e della potabilità delle acque;
- Attivare finanziamenti regionali, statali ed europei per il risanamento e igl ripristino delle reti esistenti;
- Installare contatori all’uscita dei serbatoi centrali e contatori differenziati per le unità abitative e per le attività industriali;
- Costituire un unico ufficio tributi con tariffe uniche per i residenti nei tre Comuni;
- Evitare nella maniera più assoluta che le sorgenti: Tre Fontane, Peschiera, Fontanelle, Abate Gregni, Sambuco e Sant’Egidio possano cambiare proprietà;
10) Favorire la partecipazione dei cittadini e delle Associazioni alla vigilanza sugli atti che i tre Comuni andranno a svolgere per ottemperare a tutti gli impegni futuri in tema di approvvigionamento idrico.
Tutto chiaro, tutto bello, tutti d’accordo nel rinnovare la fiducia nel dottor Belmonte, anch’egli presente al convegno, che subito accettò, ma la cui disponibilità e pazienza fu successivamente messa a dura prova fino alla vanificazione dell’incarico e alla rinuncia dello stesso, tant’è che si giunse a giugno 2007, quando, in un ulteriore consesso pubblico organizzato questa volta nei locali dell’allora Partito politico “Margherita”, in corso Garibaldi, a Baiano, i tre Sindaci pro tempore: Domenico Salvi, Enzo Cavaccini, Salvatore Alaia rilanciarono l’idea dello studio di fattibilità come pre-condizione per attuare successivamente gli adempimenti unanimemente approvati nel convegno precedente, per porre a norma e con la necessaria tipologia giuridico-legale la struttura consortile operante di fatto, e fu individuato nel Dottor Salvi , Sindaco di Avella, il responsabile della scelta dell’esperto che avrebbe dovuto proseguire il lavoro avviato dal Dottor Belmonte entro il mese di settembre 2007!!!
Da allora tutto tace, nessuna voce si è più levata a sollecitare la ripresa delle proposte formalmente condivise, nessuno degli Amministratori dei tre Comuni interessati, né di maggioranza né di opposizione ha riproposto la questione, nessun partito politico ha rivendicato l’attuazione di quanto discusso e approvato.
La sorte vuole che l’ A.T.O. Irpino fatichi a portare avanti le procedure di attuazione nella scelta del gestore e nello scontato adeguamento delle tariffe, ma è palese che ciò prima o poi accadrà e quando la tegola degli aumenti delle bollette cadrà sulla testa dei cittadini probabilmente qualcuno si ricorderà dei pannelli che noi avevamo approntato per rendere palese a tutti il raffronto tra le tariffe praticate nei Comuni del Consorzio e quelle del territorio di Arezzo dove è operante da tempo la nuova gestione A.T.O. con tariffe che sono quasi triple delle nostre, a parità di consumo. Perché è pacifico che nel momento in cui l’ A.T.O. Irpino sarà operativo il nostro Consorzio si scioglierà come neve al sole, fagocitato da interessi sovrastanti ma, forse, è proprio ciò che fa comodo alle amministrazioni comunali di Avella,Baiano e Sperone per delegare ad altri il “problema acqua”.
Altrove non è così, in altre zone d’Italia dove si vivono realtà analoghe è in atto una mobilitazione generale a tutela dei Consorzi idrici locali, Sindaci in testa: in provincia di Biella, per esempio, trentadue consorzi pedemontani si sono alleati per salvaguardare la gestione di centoventi sorgenti, con cento chilometri di tubazioni, impianti di depurazione e quant’altro, decisi a dare battaglia contro le insidie gestionali dei carrozzoni burocratici o delle mire delle multinazionali.
E’ in queste piccole realtà locali che si fronteggiano oculatezza contro sperpero, responsabilità contro burocrazia sempre che i residenti, attraverso le amministrazioni locali, vogliano farsi carico di una gestione adeguata, moderna, efficiente, economicamente valida onde evitare futuri scenari di vessazioni o peggio ancora di gestioni fatte da manager che magari vivono in paesi lontani. Per evitare uno scippo che sarebbe irreparabile è necessaria una mobilitazione diffusa, sentita, sfruttando anche il contesto elettorale, che porti alla condivisione di due provvedimenti politici urgenti da parte delle Amministrazioni Comunali di Avella, Baiano e Sperone:
- a) stesura ed approvazione dello statuto aggiornato del Consorzio;
- b) ritiro della delibera di adesione all’A.T.O. Calore Irpino.
Raffaele Stago Presidente del Gruppo Donatori Baianese FRATRES
Baiano, 12 maggio 2010