La Procura Generale della Corte d’Appello di Napoli ha ordinato a diversi comuni della regione, l’abbattimento di quegli edifici a cui sono state notificate ordinanze di demolizione e non ancora eseguite. Un’azione forte ed energica, ritenuta definitiva, e senza appello, contro l’abusivismo edilizio da parte dei magistrati. La Procura Generale ha già più volte sollecitato gli enti di dare via libera alle demolizioni. Nelle indicazioni della Procura, e’ chiaramente indicato che i Comuni dovranno far procedere all’abbattimento di tutti i manufatti abusivi che hanno una sentenza passata in giudicato. Dovranno essere demoliti, inoltre, anche tutti gli edifici realizzati dopo il 2003. Una situazione che metterà a dura prova anche le esigue casse comunali, molti Enti, infatti, già rischiano il dissesto finanziario dovuto alla crisi economica e al taglio dei trasferimenti statali ridotti notevolmente negli ultimi anni. Purtroppo, tra i Comuni a cui la Procura Napoletana ha indirizzato tale ordine figura anche Avella. A finire sotto le scure della giustizia anche un’ abitazione, di una modesta famiglia avellana, in una località fuori mano del paese, Sant’Angelo, che con tanti sacrifici è riuscita a completare per potervi abitare. Tante le ordinanze di abbattimento che negli anni sono passate per l’ufficio tecnico della casa comunale, ma mai nessuna portata a termine, o meglio mai nessun edificio è finito sotto i colpi dei martelli demolitori. Molti si domandano come mai tanto accanimento? La famiglia che attualmente ha già dovuto lasciare l’abitazione e non ha un posto dove andare questa sera sarà costretta a dormire in auto, proprio perché martedì 3 giugno dovrebbe iniziare l’abbattimento. La vicenda in paese ha creato molto scalpore proprio perché è l’unico caso del genere, che se messo in atto, rappresenterebbe un precedente più unico che raro. I proprietari, una coppia umile con tre figli minorenni a carico, il cui marito e’disponibile con tutti, sta ricevendo in questi giorni attestati di solidarietà dai suoi compaesani che addirittura si stanno organizzando per tentare un cordone anti-bulldozer. Purtroppo la vicenda del cittadino avellano finito sotto la l’ente di ingrandimento della Procura Napoletana ha avuto un cammino travagliato, fatto di carte bollate e richieste di condono. E’ mancata forse la dovuta attenzione, o la superficialità degli preposti per impedire di arrivare a questa tragica soluzione. Ai più appare come uno di quei casi dove la “giustizia” diventa forte, intransigente e inflessibile… con i più deboli.
La redazione cronaca bassairpinia