La sottoscrizione della Convenzione apre uno scenario del tutto nuovo per il territorio, superando le chiusure dei localismi municipalisti, dando valore alla coesione delle comunità, per razionalizzare e rendere efficace l’azione del governo dell’area, condizione primaria per la crescita dell’economia reale e produttiva. Il fattivo impegno dei sindaci nel definire il progetto con senso pragmatico e spirito di condivisione, per puntare sulla Città della comunità.
La premessa è d’obbligo. Ai sindaci- Domenico Biancardi, Nicola Bianco, Enrico Montanaro, Marco Santo Alaia, Raffaele Colucci e Nicola Masi– che hanno sottoscritto, alla presenza della segretaria generale dell’Ente di piazza Municipio, la dott.ssa Claudia Filomena Iollo, l’atto di Convenzione istitutivo dell’ Unione dei Comuni del Baianese–Alto Clanis va riconosciuto il merito di aver saputo coniugare, necessità e opportunità, per centrare al meglio possibile l’obiettivo prefigurato. E come sono ampie e articolate le ragioni dell’una, così di pari interesse sono le ragioni dell’altra. In concreto, hanno compiuto una scelta di sano e congruo pragmatismo.
E’ la scelta, che fa leva sulle ragioni della necessità ancorate alle disposizioni della legge Delrio, in vigore dallo scorso anno, per ri-disegnare l’architettura delle Autonomie locali, dando non solo particolare priorità ai valori della territorialità per i profili di omogeneità socio-economica e culturale, superando le chiusure dei localismi municipalisti, ma anche ai programmi di riqualificazione e razionalizzazione delle politiche di spesa, garantendo l’efficacia e la qualità dei servizi, programmati e gestiti i n forma associata, per realizzare le economie di scala, riducendo i carichi della fiscalità locale . Ed è la scelta segnata dalle ragioni dell’opportunità, dettate dalle articolazioni dell’ Agenda comunitaria europea per il settennato 2013\2020, con cui si privilegia l’attuazione dei progetti strutturali e infra-strutturali, in grado di promuovere realmente le politiche di ri-equilibrio sociale ed economico delle aree intercomunali “vaste”. Sono risorse- va ricordato- che valgono per l’ Italia una dotazione di 44 miliardi di euro, di cui oltre 22 miliardi destinati ai fondi strutturali e di investimento per le politiche di coesione delle Regioni del Sud; politiche da calibrare su progettazioni coerenti con le esigenze e le potenzialità esistenti nelle realtà concrete.
Il riconoscimento di merito da rendere ai “primi cittadini” è tanto più significativo, se si considera che hanno operato da amministratori in senso pieno e compiuto, mentre la “politica dei partiti”- pura finzione- si è resa latitante rispetto all’ iter in atto, senza riuscire neanche ad abbozzare un documento o un’azione di proposta e di sostegno all’iniziativa o anche di contestazione. Ma non c’è da sorprendersi più di tanto. Da decenni ormai i “partiti” – senza che tra loro si possa fare qualche distinzione- si limitano ad aprire …le loro “ botteghe” solo per le scadenze elettorali trasformandosi in semplici Comitati di supporto esclusivo di singoli candidati “speciali”, salvo chiudere i battenti dopo qualche mese. Il nulla del nulla. E, tutto considerato, è meglio che sia andata così. E naturalmente, nel riconoscimento di affidabilità per i “primi cittadini” sono coinvolti i civici consessi sia per l’adesione all’unanimità al progetto di Unione sia per l’approvazione dello Statuto, ch’è la piattaforma della Convenzione.
Ora c’è il passaggio dell’elezione degli organi, che renderanno operativa l’ Unione secondo la “Carta statutaria”, a cominciare dal Consiglio , la cui composizione è ispirata dal principio della pari dignità di rappresentanza per i sei Comuni, al di là degli indici demografici; e il principio della pari dignità è stato fortemente sostenuto, in sede di elaborazione della bozza di Statuto dai sindaci Nicola Bianco e Raffaele Colucci. In pratica, ciascuno Consiglio eleggerà tre rappresentanti, due di maggioranza e uno di minoranza, che comporranno l’assemblea dell’Unione. A seguire, l’assemblea dei 18 eleggerà la Giunta, mentre la presidenza dell’ Unione sarà esercitata, a rotazione, per la durata di un anno da ciascun “primo cittadino”. Incompatibile è poi la carica di assessore comunale con quella di consigliere dell’Unione. Nessuna indennità di carica è prevista per presidente, assessori e consiglieri dell’ Ente intercomunale.
FLASH BACK SUGLI INTERVENTI PER L’ISTITUZIONE DELLA CITTA’ DELL’UNIONE
LA FIDUCIA DI BIANCARDI E L’OTTIMISMO DI BIANCO…CON SFUMATURE DI SCETTICISMO
E’ fuori di ogni dubbio che il colpo d’ala all’operazione andata in porto giovedì nel palazzo baronale dell’antica Abella si deve all’iniziativa del sindaco Domenico Biancardi, che, nel 2013, propose l’uscita della città del Clanio dall’Unione intercomunale del Vallo di Lauro, istituita nel 2003; un’adesione, quella di Avella, nella compagine dell’unione lauretana, considerata impropria e disomogenea rispetto alle esigenze del territorio. La proposta, recepita e approvata all’unanimità dall’assemblea comunale, ha aperto il percorso appena concluso per un disegno politico certamente lineare e di realistica visione.
Il resto è derivato come conseguenza diretta, con il solo…intoppo di gennaio scorso, quando non fu siglata la Convenzione, nella seduta convocata nel palazzo baronale, per l’assenza del sindaco Bianco. Un’assenza provocatoria e motivata, per sollevare il caso del mancato rispetto dei tempi di scadenza per il versamento delle quote che i Comuni devono al funzionamento del Piano sociale di zona, di cui Mugnano del Cardinale è il Comune capo-fila. Uno stato di morosità generalizzato, coinvolgendo anche i Comuni del Vallo di Lauro, con esposizione economica diventata non più sostenibile per l’Ente, guidato da Bianco. La regolarizzazione delle quote dovute e, più ancora, l’idea forte da cui è ispirato, hanno permesso il “via libera” al progetto dell’Unione ; progetto, per il quale Biancardi si è adoprato al massimo da primus inter pares o come se fosse impegnato in una missione …degna del trascinante movimento dello “ Sturm und drang”, culla del romanticismo, per dirla, in chiave di reminiscenza letteraria, con la sorridente…e pacata ironia del sindaco Marco Santo Alaia.
Di fatto, la “ moral suasion ” e l’azione esercitate da Biancardi hanno avuto successo, perché gli interlocutori avevano le sue stesse convinzioni e determinazioni. E se Biancardi è stato il catalizzatore del processo eseguito, a Bianco spetta il ruolo di “spirito critico”- necessario e opportuno- sul progetto intrapreso, del quale rivendica la piena attuazione con rigore e coerenza, per andare oltre l’orizzonte dell’ Unione, puntando dritto sulla fusione dei sei Comuni, per realizzare la Città del Baianese, rappresentativa di quella mini-conurbazione che s’interfaccia con l’Area metropolitana di Napoli, verso cui è protesa, e i lembi estremi della Provincia di Avellino; ed è la Città della comunità territoriale, così come preferisce definirla Marco Santo Alaia. Nel tirare delle somme, Bianco è ottimista… con sfumature di scetticismo sui benefici che nell’immediato darà l’ Unione, per quanto concerne la partita dei costi dei servizi associati. E’ certo, però, che la via aperta è l’unica percorribile.
E la sfida del ceto amministrativo attuale e prossimo futuro consiste nel renderla funzionale e scorrevole, a sostegno della normale vivibilità delle comunità cittadine, sapendo favorire la formazione delle condizioni dello sviluppo culturale, sociale ed economico-produttivo del territorio. Se poi la politica recuperasse spirito d’iniziativa, uscendo dal letargo in cui s’è appiattita, brigando meno nelle stanze del “potere di turno” per compiere le solite pratiche clientelari, ma rapportandosi alle problematiche esistenti, darebbe un dignitoso apporto agli obiettivi dell’ Unione e della Città in divenire come entità amministrativa con tutti i crismi che le spettano. L’esperienza di Montoro, Comune unico, istituito due anni fa e con importanti ricadute sia nell’organizzazione e gestione dei servizi che sul piano delle riduzioni fiscali, ma anche le interessanti dinamiche con cui in Alta Irpinia si viene sviluppando il Progetto della Città pilota, aggregando ben 25 Comuni, con le rilevanti risorse comunitarie europee e della Regione–Campania, sono ben più di un segnale. Sono gli scenari degli assetti amministrativi delle Autonomie locali, che si connettono tra loro, per essere europee e integrate nel mondo globale.