Un Alberto Ciano a cuore aperto si è visto ieri su Facebook mentre esprimeva tutta la sua rabbia sulle pochissime possibilità di lavoro che hanno i giovani del Comune di Avella. Ciano, membro della Fondazione, scrive: “Consapevole della crisi che sta attraversando l’Italia, con conseguenze catastrofiche trasmesse,anche,dal nostro attuale governo.Il mio pensiero và alla nostra amministrazione locale ed ai problemi che assillano la maggior parte dei cittadini. Avella versa in gravi problemi economici ed occupazionali . Non do colpa assolutamente solo alla politica attuale, ma non dò nemmeno merito alla presa visione di tali problemi. Su dieci ragazzi di Avella, otto sono senza lavoro. Capisco che tutta l’Italia ha questo problema ,ma non viene affrontato nel modo giusto. Roccarainola, paese vicinissimo ad Avella, offre attività sportive con relativo impiego di cittadini del posto. Perché non lo si può fare Avella? Sperone ha una vera e propria zona industriale, di cui offre impiego a parecchie persone del posto. Perché non potrebbe farlo Avella? Molte sono le domande di cui non si conoscono risposte. Ci vogliono nuove idee, pensieri e programmi nuovi. Tutto questo credo sia possibile solo con nuovi volti. Non credo più ai salvatori della patria, ce ne sono in tanti, spero solo che vengano presi più in considerazione i problemi più evidenti. Tutto il resto ,con un accurata progressione graduale, tipo valorizzare Avella, con i suoi siti, venga messa al secondo posto. Invito, come me, tanti altri cittadini ,ad avere libero sfogo, sempre moderato, per far si che ci sia più considerazione da parte della politica attuale”. Le parole di Ciano hanno trovato immediato sostegno con Enza Luciano che risponde: “Hai avuto coraggio a scrivere queste cose.. Non esistono salvatori della patria, non ci sono mai stati e mai ci saranno. Nel 2011 ho dovuto lottare con le unghie e con i denti per costruire una lista capace di sfidare i vecchi luoghi comuni, alla fine hanno vinto loro ma Avella ha perso! Non so quando questo paese la smetterà di ragionare secondo i vecchi schemi che hanno portato alla situazione che tu, Alberto, hai evidenziato! Bravo”. Anche Antonio Tulino, presidente della fondazione, ci ha tenuto a dire la sua: “A parole siamo tutti d’accordo. E’ nei fatti, nei comportamenti che divergiamo, sorretti, accompagnati nel difficile percorso, da organizzazioni prive di ideali e da uomini privi di scrupoli. E poi i maestri, i maestri: Avella ne ha avuto dei peggiori. E’ cosi Alberto, ma non demordere. Apprezzo la tua serietà“.