Una scelta davvero ben calibrata e di eccellente profilo, per l’anteprima della quarta edizione di “Teatro sotto le stelle ”, su cui si alzerà il …sipario per l’intero mese di luglio, nel Parco del Palazzo baronale, nell’ambito delle iniziative ed eventi, che promuove ed organizza l’Associazione Mela, in collaborazione con la civica amministrazione e la Fondazione Avella Città d’arte. Una scelta felice, affidata alla rappresentazione di una delle commedie più vive, popolaresche e frizzanti di Eduardo de Filippo, anche se tra le…meno note, si fa per dire, del vasto repertorio dei testi eduardiani, intitolata “ Chi è cchiu’ felice ‘e me”, per la regia impeccabile e curata al meglio da Giuseppe La Rezza, medico-pediatra di professione, ma dalla fervida e tenace passione per il teatro. Una passione, che lo…accompagna da una vita, alla pari della passione per la scrittura in versi e di favole.
E per il “Domenico Biancardi” in platea c’è stato letteralmente il “pienone”. Un giusto premio per la qualità della rappresentazione, messa in scena, in virtù della pregevole fusione di tutte le componenti, che rendono godibile ed efficace il racconto interpretativo e scenico di un testo, commedia, dramma o tragedia che sia. Un riconoscimento, che conferma il congruo impegno di studio e preparazione delle attrici e degli attori, pienamente calati nell’atmosfera dei costumi e modelli di vita, cristallizzati nella scrittura eduardiana, specchio di un mondo che non c’è più, qual è stato quello piccolo “borghese”, legato al possesso della terra e dei pochi che lo detenevano, con la corte di serventi e fittavoli; un mondo, apparentemente immobile e refrattario ai mutamenti sociali, attraversato dalla cultura sapienziale dei modi di dire e dei proverbi, sedimentati dalle esperienze della quotidianità e trasmessi di generazione in generazione come…verità inconfutabili.
A proporre la commedia eduardiana, la sezione junior di AltrAaccademia, l’associazione culturale, che opera da anni in modo proficuo a Scisciano e dintorni per la diffusione della cultura teatrale, a livello amatoriale, con il significativo e socializzante coinvolgimento di ragazzi, ragazze e giovani del territorio. Un’interpretazione accurata nei dettagli della plastica e fulminante immediatezza del vernacolo napoletano, con il contrappunto di un apparato scenografico- di bell’effetto nell’ audio e nel gioco delle luci, ora intense e piene, ora soffuse e sfumanti nella penombra- del tutto funzionale alla rappresentazione e regolato dalla nota competenza tecnica di Ernesto Serpico. Un apparato, con cui s’integravano efficacemente, nello scandire i ritmi della rappresentazione, le sonorità musicali, curate dal maestro Ciro Perris.
Il racconto della commedia ruota intorno al tranquillo tran-tran di vita coniugale, che lega Vincenzo e Margherita con decorosa sobrietà e l’ossequioso rispetto della piccola comunità di paese ad economia rurale e di auto-consumo, in cui vivono. Vincenzo è il possidente, che gestisce, con il bilancino …del farmacista i proventi del fitto della masseria, concessa in locazione con canone annuo, ridotto da 25 a 15 lire, pur di disporne in piena sicurezza. La masseria è stata lasciata in eredità a Vincenzo da un padre, alquanto squinternato ed avventato nell’inseguire l’incremento della ricchezza familiare con affari, immancabilmente andati male, fino ad intaccare l’originario patrimonio terriero posseduto. I proventi del “ fitto sicuro” sono gestiti da Vincenzo, spaccando la lira e i …centesimi del tempo che fu, per soddisfare le esigenze domestiche e del “ménage” familiare, oltre che per l’acquisto del tabacco, per alimentare e centellinare il fumo della fedele… e fidata pipa, da cui mai si separa. E poi c’è la sicurezza di poter disporre della “casa” avita. Una condizione decisamente di dignitoso ed ostentato “perbenismo”, quella garantita dai proventi della masseria “fittata” e dalla proprietà della “ casa franca ”, su cui Vincenzo ha plasmato tutta la sua visione di vita e di comportamento, “standardizzato” nel…quieto vivere, evitando la benché minima possibilità d’interferenza o interazione nella vita degli altri o della comunità, ancorata com’è alla tutela del peculio dei proventi del fitto della masseria e via seguendo.
Margherita é la bella ed ammirata moglie del protagonista, tutta dedita alle faccende domestiche, sbrigate con solerzia e puntualità, a cucinare, a fare il bucato e la stiratura di panni e vestiti, oltre che cucito, quando è necessario. E la “casa” è tenuta da Margherita linda e pinta. Uno scenario più che rassicurante per Vincenzo e le sue inveterate certezze. Poi, arriva il subbuglio, quando la casualità fa…arrivare nella “casa” della coppia il bel Riccardo, inseguito …dai carabinieri. Vincenzo, per “quieto vivere” e sotto la minaccia della pistola che gli punta contro, “nasconde” Riccardo alla vista dei “tutori della legge”.
E, a questo punto, si rovescia lentamente il tran-tran della vita coniugale dei due protagonisti. E’ il rovesciamento o…tradimento dei legami matrimoniali, che si ritrova spesso nei testi dell’autore napoletano. Riccardo, con le…arti e l’improntitudine del corteggiatore che viene dalla città, Napoli, insidia la fedeltà di Margherita verso Vincenzo. Le insidie sono insistenti e il paese mormora nella girandola dei pettegolezzi e delle…invenzioni, ma Vincenzo non sa nulla. E su questo nucleo di narrazione scenica e interpretativa si innescano e crescono, con qualche lieve concessione all’elemento farsesco, equivoci per situazioni esilaranti, giochi di parole e stilemi esibiti con disinvolta recitazione, tra cui quello dell’insistito e reiterato “sono una donna maritata”, quasi fosse lo scudo protettivo della propria fedeltà a Vincenzo; stilema, con cui la protagonista respinge a più riprese Riccardo, mentre le sue…difese sono sul punto di crollare, con la…scoperta delle raffinate calze di velata seta, per non dire del mitico e magico “Rouge” francese, il rossetto, le cui sfumature ravvivano le labbra..di seduzione. Neanche a dirlo: doni, con cui l’ammaliante ed ammaliatore Riccardo dischiude il cuore di Margherita a nuovi sentimenti…
Applausi a scena aperta e ben meritati per i giovani di AltrAccademia e tutti degni di citazione. Gennaro Mucerino (Vincenzo), Carmen Manzone (Margherita), Giovanni Di Palma (Nicola), Michele de Falco Iovane (Riccardo), Sergio Cassese (Giorgio), Cecilia Caliendo (Consiglia), Cristiano Rossi ( Gennarino), Antonio Buonincontri (Eduardo), Annalisa Felicella (Rafilina), Giovanni Napolitano e Gaetano Toscano ( I carabinieri). A completare il cast, la folla dei contadini, Giuseppina di Gennaro, preziosa assistente di scena, la brava suggeritrice Giusy La Rezza e Brigida La Montagna per la cura del trucco.
“ Con l’anteprima, proposta da AltrAccademia– ha dichiarato il presidente dell’Associazione La Mela, Riccardo D’Avanzo– si è aperto nel migliore dei modi, grazie alla partecipazione del pubblico al di là di ogni più rosea aspettativa, il percorso di “ Teatro sotto le stelle”, la rassegna che occuperà l’intero mese di luglio prossimo, in linea di continuità con il successo di consenso e di pubblico delle tre precedenti edizioni. Una rassegna, che vuole costituire un fattore di polarizzazione ed attrazione per il teatro amatoriale in Campania, vero e proprio veicolo culturale. In questa direzione, siamo impegnati, per proporre un “cartellone” di sicuro richiamo. E non va dimenticato che a metà luglio, Avella ospiterà nell’Anfiteatro romano George Benson, lo statunitense vincitore di dieci Grammy Award, chitarrista, cantante e compositore, una star della musica jazzistica mondiale. Un evento, che s’inserisce nel Festival internazionale del Pomigliano Jazz”.