Il Centro Operativo Comunale di Protezione Civile del Comune di Avella ha poche ore fa pubblicato un report dettagliato relativo all’andamento dei contagi nella cittadina archeologica a seguito di una prima analisi e rilevazione dei dati dall’inizio della seconda ondata pandemica. Secondo quanto pubblicato il 90 % dei nuovi positivi residenti ad Avella sono stati contagiati tra le quattro mura domestiche e intanto fa ben sperare l’aumento dei guariti anche se si continuano a registrare nuovi contagi. I membri del C.O.C. tra cui il Sindaco Domenico Biancardi e il vice-sindaco Antonia Caruso unitamente ai tecnici e agli operatori volontari fanno sapere che c’è un continuo monitoraggio dei dati e una continua sorveglianza sul territorio unitamente alle forze dell’ordine.
Ecco il report:
IL 90% DEI NUOVI POSITIVI SI CONTAGIANO IN CASA
Analizzando i dati dei Nuovi Positivi (riportati nel grafico 1) registrati ogni giorno a partire dal 21 settembre, che corrisponde all’inizio della seconda ondata pandemica, fino al 17 ottobre non si evidenzia un aumento preoccupante, i pochi casi singoli registrati sono collegabili ai rientri dalle vacanze o a contagi esterni al contesto familiare. Dal 17 ottobre al 7 novembre , periodo che include gli screening di massa programmati dall’Asl, la situazione cambia notevolmente con un picco di nuovi positivi registrati in particolare tra il 25 ed il 28 ottobre con 60 nuovi casi. La curva poi è scesa fino al 14 novembre stabilizzandosi con una media di 10-12 casi al giorno collegati tutti ai precedenti (media nazionale). Disponendo dei dati anagrafici dei nuovi positivi e considerando che ad Avella non ci sono importanti centri di aggregazione (cinema, centri commerciali, piazze o strade particolarmente affollate) si può evidenziare che il 90% dei contagi registrati fino ad ora sul territorio di Avella si sono verificati in un contesto familiare, cioè in casa, dove è assidua la frequentazione senza mascherina tra familiari non conviventi (zii, nipoti, cugini di primo e secondo grado etc.) ed amici. Si sono verificati casi tra nuclei familiari residenti nelle stesse strade o quartieri, ciò è dovuto alla frequentazione senza mascherina tra vicini di casa. L’altro 20% invece è rappresentato da contagi non riconducibili a focolai domestici quindi si considerano per questi altri luoghi o fonti di contagio esterni. Il presente rapporto ha come obiettivo quello di indurre la popolazione ad assumere un comportamento rispettoso delle misure di quarantena ed isolamento e delle misure restrittive vigenti incluse nella “zona rossa” appena istituita. In particolare si invita, durante questo lockdown ed in futuro, la cittadinanza ad evitare frequentazioni con familiari non conviventi ed amici in casa e tra vicini di casa senza mascherina. Quest’ultima va indossata sempre negli esercizi commerciali autorizzati all’apertura dove sono assolutamente vietati assembramenti anche durante le richieste di asporto (davanti ai bar, gelaterie,pasticcerie). Altre azioni utili sono l’igienizzazione continua delle mani, degli oggetti e delle superfici esposte con soluzioni alcool.
SI REGISTRANO PIU’ GUARITI
Ma dobbiamo tenere alta la guardia perché in media contiamo ancora 10-12 nuovi casi al giorno anche in famiglie non precedentemente colpite. Ciò nonostante un dato che potrebbe risollevarci é quello verificatosi nella settimana dal 7 al 14 novembre dove si sono registrati 34 nuovi casi positivi ma anche 35 guariti, quest’ultimo dato se confermato anche nelle prossime settimane abbasserebbe di poco o quanto meno arresterebbe l’aumento degli attuali positivi che sono 217 (riportati nel grafico 2) . Ad Avella tra settembre e novembre il 70% dei contagiati ha presentato solo sintomi lievi quali perdita del gusto e dell’olfatto, il 30% sintomi gestibili a domicilio con cure e terapie specifiche tramite il medico di base. Sei dei nostri concittadini hanno avuto bisogno di cure ospedaliere e si sono verificati due decessi, le persone più a rischio che potrebbero presentare complicanze gravi sono in particolare gli anziani, i pazienti fragili e le persone con fattori di rischio e patologie pregresse. Considerando i dati a livello nazionale e regionale non si esclude la pericolosità per i più giovani con un’età compresa tra i 17 e i 50 anni e di mezza età compresa tra i 50 e i 70 anni. Le misure restrittive imposte dal governo, regione e comune dovrebbero far diminuire i nuovi casi. Si rinnova l’appello dunque al senso civico e alla responsabilità di ogni singolo cittadino che dovrà assumere un atteggiamento rispettoso di tutte le misure previste al fine di contenere il contagio in attesa della distribuzione di un vaccino che potrebbe essere garantita su larga scala,secondo le stime degli scienziati, nell’autunno del 2021