Il mese di settembre è protagonista di due grossi eventi, che vedono, Avella, teatro delle loro specificità: il primo è di natura religiosa ed è delimitato ad un quartiere che nell’occasione diviene il paese; l’altro di natura laica è rivolto a tutto il territorio campano. Quello religioso affonda nella notte dei tempi e riporta, nel cuore degli avellani, l’affetto e la dedizione verso la Madonna delle Grazie, che trova venerazione nella chiesa omonima giù alle “ case nove” , che girerà il paese in processione tra il tripudio generale degli avellani. L’evento laico , viene ripreso dalla notte dei tempi, per far risplendere nella considerazione civile del paese, a recupero di un passato storico, una testimonianza di inaudita forza rievocativa : l’anfiteatro romano , corregge il suoi periodi anacoluti e finalmente introduce la sintassi della perfezione e il linguaggio del luogo si sposa con quella della memoria e della rappresentazione per recupera…re una identità perduta. Vanto per un luogo rigenerato, per la città, per quanti hanno creduto nella valenza di una scommessa : investire in cultura. Può sembrare presuntuosa l’affermazione, saranno i fatti, a smentirmi , sta di fatto che le rappresentazioni, Teatrale, del 10 di settembre e poi la successiva, musicale, del 15 dello stesso mese, vanno ascritte alla determinazione della civica amministrazione e del Sindaco in particolare, che hanno saputo tessere rapporti istituzionali, con enti sovraordinati e paralleli, per lanciare il paese in una dimensione altra. Spetterà a cittadini indigeni, alle associazioni, alla fondazione – Avella città d’arte , saper cogliere l’occasione, presentatasi, non lasciando appassire un evento nelle solfe delle vecchie, stantie eccezioni sempre presenti in ogni evento, foriere del niente e del peggio. Avella tramite la riscoperta della fede e dei valori antichi del passato , restituendo alla prima obbedienza e rispetto, ai secondi analoghe considerazioni, con l’aggiunta della cura delle cose del paese e degli associati, potrà ripartire e superare una crisi che oggi, più di ieri, è veramente drammatica. (Antonio Tulino).