Continuano le perplessità degli abitanti del rione Purgatorio di Avella circa la demolizione senza ricostruzione del garage non accatastato e del muro di cinta (come risulta dalla pratica edilizia n. 565 del Comune di Avella). Il muro di cinta insieme alla Chiesa ed ai locali adiacenti risalgono al 1700, ai tempi dell’apertura della strada Regia (l’odierna via Nazionale delle Puglie) che collega Napoli con la Puglia. La Chiesa, i locali adiacenti riservati al cappellano e il giardino (presenti ancora nicchie votive) perimetrato dal muro di cinta (oggetto del temuto abbattimento) hanno la stessa storia, la stessa sacralità e sono un’unica anima per i fedeli; abbattere il muro di cinta con la sua epigrafe ben visibile dall’esterno (vedi foto) è come scardinare la stessa Chiesa. Abbattere la storia solamente a favore di chi deve poter entrare nei casolari agricoli ristrutturati ci sembra una sciocchezza allo stato puro. I fedeli auspicano, che i lavori non vadano oltre l’abbattimento del garage abusivo e che il Comune colga l’occasione per una riqualificazione completa che comprenda, oltre alla ristrutturazione della chiesetta (spot più volte ascoltato) anche il giardino interno alla stessa senza la necessità di abbattere il muro di cinta che appartiene alla storia di tutti gli Avellani. Nella consapevolezza che la devozione del Sindaco a S. Ciro – è noto il voto del sindaco a S. Ciro- sia capace di convincere l’amministrazione comunale a rivedere il progetto per una soluzione differente.