di Lucia Carullo
Madre Agnese Tulino, suora nativa di Baiano, appartenente all’ordine delle Canossiane, che è ritornata alla Casa del Padre il 4 settembre scorso, era molto amata da tutta la comunità del mandamento baianese. Madre Agnese durante la sua vita terrena ha ricoperto incarichi prestigiosi e di responsabilità. Per tutto ciò che ha fatto, per l’ amore donato, le sue consorelle e tanti fedeli hanno voluto diffondere la loro testimonianza attraverso il documento allegato all’articolo. “Madre Agnese sei un bellissimo giardino senza stagione”.
MADRE
TULINO AGNESE
Baiano (AV) 23.01.1942
Avella (AV) 04.09.2022
“ Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la mia corsa, ho conservato la fede.” (2 Tim. 4,7). E’ la sintesi di una vita, quella di m. Agnese, come quella di Paolo, vissuta nella lotta e nella corsa, mantenendo la fede tra le alterne vicissitudini e prove della vita.
M. Agnese nasce a Baiano (AV) il 23.01.1942 da papà Raffaele, Ispettore del lavoro all’INPS di Napoli, e da mamma Santa (Santina), donna forte, gioiosa e ancorata a Dio e alla Madonna, che ha saputo portare il suo giovane stato di vedovanza custodendo gli otto figli con dignità e forte testimonianza di fede.
Francesco e Domenico, i fratelli maggiori, dopo la morte improvvisa del padre, prendono in mano le redini della famiglia; Antonio, nato con la spina bifida, diventa occasione di attenzione privilegiata e di cura da parte di tutti. L’esperienza del dolore, passione del corpo e dell’anima, continua ad accompagnare, giorno dopo giorno, i membri della famiglia. Le sorelle Lena, Caterina e Stefania scelgono la via del matrimonio. In questo clima condiviso di prova, di dono e di fede, si manifesta la chiamata del Signore per Agnese, la sorella Pina, missionaria in Etiopia, il fratello Francesco, prima sposo e padre, poi vedovo e sacerdote nella Diocesi di Nola, mentre Domenico, valido commercialista, trasferisce tutti i suoi beni per la causa dell’Africa e la cura dei bambini abbandonati.
M. Agnese, non conosce le Canossiane, pur presenti a Nola, a pochi Km da Baiano; ne sente parlare, inaspettatamente, in pullman, da alcune educande che, come lei, quel giorno, con quella corsa, si stanno dirigendo verso Napoli. Le due ragazze, sedute nei posti davanti, inconsapevoli di essere ascoltate, si scambiano alcune impressioni, parlano con affetto delle loro suore, ne sottolineano la pazienza e le attenzioni, le sentono davvero madri; sono ignare di essere, in quel momento, “provvido strumento” per chi sta maturando nel cuore la risposta al dono della chiamata. A m. Agnese sembra che Dio, nel suo misterioso progetto su di lei, le stia rivelando il carisma da vivere e la Congregazione da scegliere: “Se queste ragazze – ebbe a dire un giorno ad una consorella – parlano così bene delle loro suore assenti, vuol dire che sono quelle che sto cercando e, come loro, sogno di essere”. Il varco si era aperto, la scelta decisa, la ricerca delle Madri diventa necessità.
Comincia a frequentarle convincendosi sempre di più che quella è la Congregazione che Dio le presenta. E così, l’8 dicembre del 1961, entra nel postulato della Provincia “Maria SS.ma Addolorata”, allora a Potenza. Emette la prima Professione il 27. 08.1965 e i voti perpetui il 27.10.1972 a Roma.
Continua gli studi conseguendo il Diploma di Maturità magistrale, quello di Infermiera e la Laurea in Scienze dell’educazione, mettendo a servizio delle persone che incontra i doni di natura e di grazia e muovendosi, per impegni pastorali, da una Provincia all’altra dell’Italia: nel 1993/94 è a Venezia, come direttrice del Convitto universitario a Venezia, e dal 1994 al 1998 in quello di Bologna.
Ma il periodo più lungo e intenso della sua missione m. Agnese lo trascorre a Roma (1999-2013) a servizio della Pastorale Universitaria del Vicariato, collaborando – tra gli altri con Mons. Lorenzo Leuzzi, attuale Vescovo di Teramo, e incontrando tantissimi giovani che la cercano spesso nella comunità di via don Orione, dove risiede.
Proprio per questo suo impegno di Pastorale universitaria compie diversi viaggi, partecipando, tra l’altro, alla Giornata mondiale della Gioventù (GMG) a Parigi (Francia) nel 1997, a Colonia (Germania) nel 2005 e a Sydney (Australia) nel 2008. M. Agnese è stata un’apostola, “un luminoso punto di riferimento per tantissime persone, una bella testimonianza di zelo e fervore apostolico”, così il Parroco e la comunità parrocchiale di Avella scrivevano nel manifesto di partecipazione al dolore della famiglia Tulino e della nostra famiglia canossiana.
E i ragazzi dell’Oratorio per i quali ha speso tante sue energie, soprattutto negli ultimi anni della sua vita, nel salutarla così si esprimevano: “In questo lungo viaggio insieme, ci hai messo tra le mani il tuo immenso cuore e sul volto indimenticabili sorrisi. Ora che restiamo custodi della tua missione, la onoreremo con gioia: il senso della vita è tutto ciò che viene fatto con amore. La carità è un fuoco che sempre più si dilaga. Grazie per avercelo insegnato, cara nostra Madre Agnese”.
Diverse ancora le testimonianze del suo ricordo giunte alla notizia della sua dipartita. Ne riportiamo alcune: Mons. Mauro Parmeggiani, Vescovo di Tivoli e di Palestrina: “….Suor Agnese tanto ha dato per i giovani e gli universitari di Roma con il sorriso e la vicinanza, si è fatta ascolto per tanti…”
Nadia e Lia, due ragazze del Convitto universitario di Bologna al tempo in cui m. Agnese ne era responsabile,
appresa la notizia delle sue gravi condizioni di salute, sono partite da Treviso il g. 3 settembre, per darle l’ultimo saluto, sul letto dell’agonia, e ringraziarla per la vita che ha saputo generare in loro
Lia così si esprime: “….quando ho conosciuto madre Agnese ero un giardino secco…..lei mi ha innaffiato, tolto le erbacce, mi ha donato Nadia come amica, ha fatto lei questo abbinamento, mettendoci in collegio in camera insieme e, soprattutto mi ha salvato l’ anima….Stavo perdendo la fede e lei mi ha portata a Lanciano e, davanti al Miracolo Eucaristico, ho avuto il dono della conversione. Non poteva farmi un dono più grande, mi ha salvato l’ anima”.
Daniela rilegge, durante le esequie, la lettera scritta in occasione del suo ultimo compleanno, sottolineando che, nonostante il dolore del distacco, si festeggia e celebra il passaggio dalle sue 80 primavere terrene alla Primavera eterna: “Cara madre Agnese, Tu non sei tempo che passa, sei un bellissimo giardino senza stagione” dove cresce quotidianamente amore, dove è radicata la fede, dove sboccia la gioia, dove affiora la forza, anche in momenti di prova come quello che hai vissuto. I giardini belli come il tuo, durante il temporale, diventano luogo di preghiera, in cui si pianta nuovo coraggio e si coltiva la speranza, fino a scorgere l’arcobaleno, quando i fiori tornano a inebriare l’animo e a colorare l’aria.
Nel passaggio che ti conduce all’incontro col Padre Celeste, per cui hai pregato tanto in vita, sii felice, come noi lo siamo, del lavoro di tutta una vita compiuto nel tuo giardino, sii felice delle persone che sono passate ad ammirarlo, anche solo da lontano, di quelle che, invece, sono entrate per immergersi e stupirsi di cotanta meraviglia; sii felice per chi egoisticamente ha strappato un fiore per portarlo via, magari dispiacendoti, e per quanti, invece, hanno amato il tuo giardino e, nell’attesa di vederlo fiorito, ti hanno aiutato ad innaffiare la bellezza.
Sii felice di tutto questo, madre Agnese: della beltà della tua primavera, dell’energia della tua estate, della letizia del tuo autunno e del riposo del tuo inverno. E ricorda: tutti ti amano perché “non sei tempo che passa, ma Vita Eterna e un bellissimo giardino senza stagione”.
Ora, cara m. Agnese, sei nell’orizzonte della vita piena, la tua lotta si è conclusa, la tua corsa terrena è terminata, ti resta solo la corona di giustizia che il Signore, giusto Giudice, ti ha consegnato al tuo arrivo, a te che hai atteso con amore la Sua manifestazione. Prega per i tuoi cari, per noi, tue consorelle, per quanti ti hanno conosciuta e voluto bene.