Si stringe il cerchio sulla vicenda atroce che ha sconvolto i paesi di Avella e Ponticelli, per la morte della giovane 19enne napoletana Sonia Cuomo venuta ad Avella per trascorrere insieme alle amiche la festa del primo maggio. Gli inquirenti, hanno grazie anche alle testimonianze delle amiche che erano con lei alla pineta avellana in quel maledetto 1 maggio, ricostruito gli ultimi attimi della tragedia. Restano inspiegabili, secondo il nostro modesto parere, solo alcuni punti: qualche minuto di troppo perso per lanciare l’SOS dei soccorsi; e perché la ragazza si è allontanata da solo per un imminente bisogno fisiologico, soprattutto perché non del posto e non ha chiesto di essere accompagnata da una amica? La disgrazia sarebbe avvenuta, almeno da quello che si è capito da alcune testimonianze, intorno alle 19.30, i soccorritori sono arrivati invece dopo circa un’ora. Il tempo inoltre si è perso nell’individuare il punto esatto della caduta, questo sta sa a significare che la ragazza si è allontanata da sola e nessuna ha saputo indicare il punto esatto dove fosse andata per i suoi bisogni fisiologici. Nel luogo dove poi è precipitata c’è abbastanza spazio per potersi muovere, perché si doveva sporgere? E se è stata spaventata da qualcosa o qualcuno? Alcune testimonianze parlano che la ragazza dopo la caduta era ancora in vita e rispondeva seppure con voce flebile ai richiami degli amici e soccorritori. Nasce spontanea la domanda: si poteva fare qualcosa in più? Forse qualcosa in più lo sapremo dalle risultanze dell’autopsia disposta dalla procura di Avellino. Sta di fatto che a 19 anni non si può morire così.