Riceviamo e pubblichiamo. La distinzione tra un attacco personale ed un attacco politico, non è semplice da individuare, se non altro perché, come in tutte le azioni umane è difficile riuscire ad essere obbiettivi se, come sempre tutti noi nell’esprimere un concetto (non solo in politica) ci troviamo da una parte, per cui qualsiasi giudizio è sempre minato dagli assunti di partenza. C’è un limite, che gli uomini di buon senso sanno riconoscere senza difficoltà, oltre il quale qualunque dibattito, culturale, politico o religioso che sia, anche acceso, scivola nell’offesa gratuita, nell’inutile quando non dannosa retorica qualunquista. Nei confronti di chi oltrepassa questo limite non ritengo di dover proferire verbo, utile solo ad alimentare una querelle del tutto sterile”. Tengo solo a chiarire alcuni punti per rispetto di chi mi ha eletto Presidente della Fondazione “Avella città d’arte”, di chi legge i media locali e dei cittadini tutti del nostro territorio. Il rispetto delle regole e dei cittadini sono punti cardine sui quali abbiamo impostato tutta l’attività di questa Fondazione. Ritengo che, in questo clima di grande convulsione e sospetto, determinati toni e illazioni non sortiscano altro effetto che allontanare ancor più le persone dalla cosa pubblica, se non addirittura alimentare odio e rancore. Le parole possono diventare armi pericolose, e, come tutte le armi, nelle mani sbagliate possono produrre danni irreversibili”. Riteniamo doveroso esprimere tutto il nostro rammarico per le dimissioni del Dott. Antonio Tulino che, con lungimiranza, si è prefissato di delineare una politica culturale per il nostro territorio, valorizzando le preziose risorse e pianificando un progetto per la crescita dell’offerta culturale a vantaggio dei nostri cittadini, in particolare delle nuove generazioni, e di tutti coloro che scoprono ed amano Avella, per i suoi pregi ambientali e la sua storia di civiltà e cultura. Lungi dal volere impropriamente intervenire nel merito delle motivazioni esposte nella relativa lettera di dimissioni, non possiamo non manifestare il nostro dispiacere per la pubblicazione impropria del documento, certamente alla Fondazione non imputabile, ma soprattutto per l’interruzione di un proficuo lavoro che nei mesi scorsi ci ha permesso di apprezzare le doti umane, professionali e culturali del professionista e di avviare quelle fattive collaborazioni che ci hanno visto condividere la maggior parte dei progetti ed iniziative. Abbiamo condiviso la necessità di dar luogo ad un progetto unitario e convergente proprio per valorizzare al massimo le risorse umane ed intellettuali e per offrire occasioni prestigiose e stimolanti, prodotti di qualità in una offerta culturale capace di valicare le forme della occasionalità, il localismo, l’improvvisazione e che si relazionasse con tutte quelle energie che emergono dal mondo delle associazioni e dei tanti appassionati dell’arte, della scienza, della storia, e delle altre espressioni culturali. In merito alle dichiarazioni del consigliere Prof. Domenico Iannicelli va precisato che il cda ha soltanto applicato quanto previsto dallo statuto, il quale all’art. 13 comma 8 così recita: “il componente del consiglio che senza giustificato motivo non partecipi a sei sedute consecutive del consiglio medesimo viene dichiarato decaduto. Il Presidente ne promuove la sostituzione con le modalità di cui al precedente comma”. La “meraviglia” e la “rabbia” dello stimato Prof. Domenico Iannicelli appare, quindi, del tutto priva di fondamento.
Il CdA della Fondazione Avella città d’arte