Quando in tempi non sospetti hanno iniziato a costituirsi ed a operare ravvivando il paese hanno ricevuto complimenti, plausi e onori. Era il tempo in cui grazie alle associazioni il paese ritornava ad avere un’anima dopo anni di totale abbandono. Così nel corso degli anni le associazioni si sono moltiplicate, altre sdoppiate fino a raggiungere un numero considerevole che costringeva gli amministratori comunali a creare un organismo, la Consulta delle Associazioni, per consentire che le stesse nell’organizzare eventi non si accavallassero. Nasceva anche la Fondazione Avella Città D’Arte, un organismo che il primo cittadino Domenico Biancardi ha voluto da subito inserendola addirittura nel programma elettorale del suo primo mandato, un organismo che doveva avere una propria autonomia e personalità giuridica, ma che nonostante siano trascorsi diversi anni non l’ha mai ottenuta. Con le manifestazioni le associazioni hanno rivitalizzato un Avella spenta, iniziative ed eventi a costi zero facendo diventare la città archeologica il fulcro degli eventi del mandamento baianese. Oggi, ci sono altri organismi che rivitalizzano la cittadina, altri escamotage per organizzare e fare cassa, dispensando soldi e soprattutto percependo finanziamenti pubblici. Ma i tempi cambiano e noi con loro. Leggere le dichiarazioni pubblicate da uno dei presidenti di queste associazioni, quello dei Rami del Mele Giuseppe Sorice fa capire lo stato delle cose in paese. “Oggi vivo un sentimento di dispiacere – afferma Sorice – perché vedo tramontare un progetto nel quale ho sempre creduto “il contributo alla valorizzazione di Avella” ma so che questa tristezza passerà perché avrò più tempo da dedicare ai mie cari a mia moglie ed alle mie figlie alle quali, in questi anni non ho prestato l’attenzione che meritano. A tutti quelli che per passione e/o per convenienza mi sono stati affianco in questo lungo periodo della mia vita voglio dire Grazie. Auguro a chi è stato sincero con me ma anche a chi si è rilevato “falso” tutto il bene del mondo. A loro auguro di essere umili, di riconoscere i propri errori quando c’è n’è bisogno perché la presunzione, l’arroganza e l’orgoglio viaggiano di pari passo con l’ignoranza”.