AVELLA. L’ira del sindaco Biancardi contro la Soprintendenza dei Beni Culturali

AVELLA. Lira del sindaco Biancardi contro la Soprintendenza dei Beni Culturali

AVELLA. Lira del sindaco Biancardi contro la Soprintendenza dei Beni CulturaliAll’Assessorato Regionale al Turismo e Beni Culturali Regione Campania
Alla Sopraintendenza per i Beni Culturali di Salerno ed Avellino
Alle testate giornalistiche provinciali
L’amministrazione civica che mi pregio di rappresentare s’informa ai sani principi di trasparenza, nell’efficienza degli atti,  e democrazia, nell’esercizio del governo, ricerc…ando sempre nella mediazione degli opposti interessi, la sintesi per operare  nell’interesse di tutti. La querelle sorta con la Soprintendenza per i beni Culturali di Salerno ed Avellino  si ascrive nell’agenda  della provvisorietà, dell’incomprensione,  dovendosi imputare al descritto organo  la ormai perenne assenza di una seria programmazione,  circa l’utilizzo di tutti i beni Archeologici e nello specifico dell’Anfiteatro Avellano,  nella prospettiva di un impiego culturale,  quale attrattore di sicuro richiamo delle genti campane affamate di arte, saperi, cultura e incontri.
L’Amministrazione Comunale di Avella  nell’ottica di valorizzare l’Anfiteatro Romano ha chiesto alla Soprintendenza per i Beni Culturali di Salerno ed Avellino di formalizzare un Protocollo d’intesa volto all’utilizzo della struttura di che trattasi assicurando la custodia, la pulizia,  la stipula di Polizza Fidejussoria del Bene  ed ogni ultroneo provvedimento volto a garantire la sicurezza del sito medesimo.
Dovendo, purtroppo, rilevare che la soprintendenza non ha dato alcun riscontro in tal senso,  ma si è limitata a comunicare che i soli  dipendenti della soprintendenza  avrebbero  dovuto espletare le attività di vigilanza previo versamento da parte del Comune di Avella del corrispettivo di euro 30,00 per ora per ogni dipendente, precisando,  che il numero minimo di addetti era di tre per ogni spettacolo.
Nel considerare che tale richiesta comporterebbe un onere esorbitante per l’Amministrazione comunale atteso che, per il solo mese di luglio, sono stati programmati ben 15 spettacoli,  ad ingresso gratuito e della durata media di quattro ore,  si arriva alla conclusione che non vi è alcuna volontà da parte della Soprintendenza di valorizzare il sito che potrebbe assurgere a volano di sviluppo artistico culturale per la nostra cittadina.
L’assenza di una seria  malleveria da parte della Soprintendenza nei rapporti    con il  proprio personale dipendente,    a    garanzia degli   impegni ( verbali )  già assunti con la scrivente,  ha già  compromesso l’intera programmazione artistica  dei soggetti – operatori esterni – che avrebbero dovuto esibirsi  nel luogo di deputazione, destinatario di attenzioni e cure,  di ordine conservativo,   non certo di  diktat vessatori o addirittura di conventio ad escludendum.
Il costo del personale dipendente della Soprintendenza circa il normale  impiego, non può, né deve risolversi a  danno della collettività avellana,  in aspettativa del  corretto impiego di una struttura che la storia le ha assegnata.
L’analessi assorbita dai sindacati e  raccontata dalla stampa cittadina, circa i fatti fin qui maturati,  non tiene affatto conto del diritto delle genti avellane, né assorbe i desiderata della civica amministrazione improntati al sano realismo,  alla dignità delle posizioni, al rispetto dovuto agli Organi dello Stato.
Inoltre è da sottolineare che il Comune di Avella oramai da decenni concede alla locale Sezione della Soprantendenza, a titolo gratuito,  l’immobile situato in Via De Santis, senza ottenere alcun canone e/o servizio in cambio,  in quanto i dipendenti dell’ente in parola non svolgono alcuna straordinaria attività ma si sono sempre limitati ad esperire il loro compito senza tenere conto di una seria e proficua valorizzazione dei nostri beni !
Prima di prendere iniziative clamorose e sconcertanti, restiamo tutti, come comunità e governo –  in attesa di un proficuo confronto,  con la Soprintendenza per i beni culturali di Avellino e Salerno  e dei suoi illuminati dirigenti,  di cui abbiamo sempre apprezzato il senso della misura, del garbo e dell’efficienza, che abbia il carattere  risolutivo del comune interesse, togliendo dall’empasse il governo cittadino, le relazioni con terzi nell’esercizio del necessario  confronto.
Nell’interesse dell’Ente che rappresento e di tutti i cittadini c’ è la ricerca di una soluzione di un problema che soltanto la interlocutrice Istituzione – Soprintendenza- può  risolvere con la immediata stipula di un Protocollo d’intesa,  senza alimentare una enfiagione dannosa per tutti.

IL SINDACO
Avv. Domenico Biancardi