Domenica 8 Febbraio alle 17:00, nella Sala Siani del Teatro Domenico Biancardi di Avella, Mario Avagliano, storico e giornalista, presenta per MCA Abella il risultato delle sue ricerche storiche condotte con Marco Palmieri sulla corrispondenza dei militari al fronte; ricerche raccolte nell’ampio saggio “Vincere e vinceremo. Gli italiani al fronte, 1940-1943.” (Ed. Il Mulino). Partendo dalla censura epistolare della propaganda fascista, dall’atteggiamento dei militari al fronte, dal consenso e dall’autocensura dei soldati stessi, Palmieri ed Avagliano dopo un settantennio di “guerra alla memoria” riprendono in mano le guerre fasciste e, confrontando le fonti coeve, smantellano il mito di un’Italia contraria alla guerra già dal finire del 1940, il mito di un’Italia che come popolo prende le distanze dal fascismo quasi subito. Per restituirci la realtà di un’Italia per cui il culto personale di Mussolini continuò oltre le sue rovinose disfatte militari, oltre la dissoluzione delle gerarchie fasciste. Nel solco di quello che scrisse Salvemini un settantennio fa: “dobbiamo smetterla con questa balla che l’Italia non è responsabile”, Avagliano e Palmieri arrivano alla conclusione che “la partecipazione attiva e perfino entusiastica alle politiche fasciste, comprese quelle militari e guerrafondaie fu pressoché totale”. E questo non solo tra i generali, gli ammiragli, i grossi industriali, gli alti burocrati, i senatori, i deputati, i professori di università, i vescovi, gli arcivescovi, i cardinali. Ma anche le classi medie e inferiori subirono il fascino del mito personale di Mussolini, perfino quando le sorti della guerra liquidarono il fascismo, l’eco della vittoria d’Etiopia era ancora percepibile. Una pagina di storia quella delle guerre fasciste forse voltata troppo in fretta e mai metabolizzata veramente dagli italiani, soprattutto a causa delle politiche postbelliche di pacificazione sociale. Una pagina di storia che domenica 8 Febbraio riapriremo insieme, lasciando spazio alle microstorie personali dei militari, alle loro commoventi lettere ai familiari, ma anche a chi avrà voglia di raccontare le proprie storie di famiglia, in modo che il puzzle di fonti e testimonianze sul periodo delle guerre fasciste ci restituisca una macrostoria il più completa possibile.