Sulla incresciosa vicenda del famiglia avellana composta da cinque persone e costretta a vivere dentro ad un’auto dopo che la Procura gli ha sequestrato l’immobile e si accinge ad abbatterlo, interviene il legale della famiglia, l’avv. Modesto Prisco, che da poco ha assunto la difesa, e dichiara: “Allo stato attuale ci troviamo ad assistere ancora all’ennesimo disagio della famiglia Abate, che dopo lo “sfratto” è costretta a vivere all’interno di una Fiat Panda con tre ragazzi minorenni. Questo non è possibile anche perché è inconcepibile che lo Stato Italiano assiste i profughi con le dovute accortezze e non assiste ad un cittadino italiano che si trova in grave disagio”.
Intanto in paese inizia la solidarietà pro-famiglia Abate, fissata una riunione questa sera alle 19,00 presso la sede di Cittadinanza Attiva in piazza San Giovanni. Lo scopo è quello di organizzare un corteo di cittadini che domani presiederanno l’abitazione della famiglia avellana onde sensibilizzare l’autorità ad un ripensamento e consentendo al Comune di acquisire il bene nella sua disponibilità.