“Ma è possibile che nel mandamento non si riesce a costruire un progetto importante, serio, per vivere il calcio come dev’essere vissuto? Al di là del gesto tecnico o della strategia tattica (quindi del risultato) il calcio è VITA. Possibile che non c’è unione nemmeno in questo? Avere una squadra che ci rappresenta significherebbe avere un settore giovanile adeguato, significherebbe crescere insieme sin da piccoli, significherebbe iniziare a conoscere le intimità degli altri e averne rispetto. Tutti si nascondono dietro all’alibi dei soldi, certo sarebbero necessari, ma fino ad un certo punto. Qui manca la passione, manca la COESIONE, vince sempre l’esibizione. Se fossimo più uniti e se avessimo il coraggio di investire iniziando a concretizzare dei piccoli progetti potremmo tra qualche anno avere un centro sportivo di tutto rispetto, un bacino di utenza importante, nuovi posti di lavoro, insomma una nuova struttura per sviluppare nuove avventure. La passione va alimentata con strutture adeguate, bisognerebbe creare un legame tra la scuola e lo sport, certo non avremo mai una squadra in seria B o in A, ma non scherziamo con i sogni dei bambini, aiutiamoli a crescere, diamo loro la possibilità di avere a che fare con persone serie, competenti, che danno la possibilità di vivere la loro passione in strutture adeguate. Diamo loro la possibilità di avere a che fare con il calcio pulito e di unione, stimoliamoli a crescere grazie al nostro contributo e vedrete che tra qualche anno sia nelle piazze che nei corsi dei nostri paesini ci sarà piu civiltà e rispetto per gli altri. Le amministrazioni dovrebbero pensare anche a questa specie di prevenzione culturale. Il primo inceppo immagino già quale sia: la denominazione dell’eventuale società capace, primo sintomo di auto esclusione, di razzismo e di preclusione nei riguardi soprattutto dei bambini. Mah, sono sempre stato ottimista, ogni lungo viaggio inizia sempre con il primo passo, chissà se qualche assessore allo sport dei nostri paesini mandamentali possa intraprendere un discorso più o meno simile e magari iniziare a prendere in serie considerazione il senso di questa riflessione”. Questa la nota di Saverio Pedalino, calciatore ed ideatore di “Talent Night” e “La notte delle lanterne”