Ieri il Consiglio Comunale di Avella ha deliberato il cambio del nome di Piazza “Primo Maggio” in “San Sebastiano”. La deliberazione è avvenuta con il voto favorevole di tutti i membri. All’ unanimità del consiglio si aggiunge l’approvazione, seguita da una nota che contiene una valida proposta, dell’Arch. Carmine Russo, esponente di sinistra impegnato nella vita politica locale:
“Nella sua ultima seduta, il consiglio Comunale di Avella non ha semplicemente intitolato una nuova strada o piazza al suo protettore San Sebastiano, cosa questa che potremmo definire buona e giusta, in verità, con una unanime decisione, presa alla fine del consiglio in modo piuttosto frettoloso, si è cancellato dallo stradario comunale il nome della piazza 1° maggio. Non posso pensare che la decisione assunta in una sede istituzionale, che rappresenta per definizione l’intera comunità cittadina, fosse ispirata dalla volontà negativa di eliminare dalla toponomastica di Avella tale denominazione; ciò perché conosco i consiglieri e sono sicuro che essi riconoscono appieno il valore del lavoro, rappresentato dal 1° maggio in tutto il mondo ed in particolare in Italia, la cui Costituzione, nel suo primo articolo, afferma che essa è una repubblica fondata sul lavoro. Anche perché qualche padre e nonno dei consiglieri del civico consesso hanno speso molto della loro vita per l’affermazione del valore del lavoro e della dignità umana. Da cattolico, per anni impegnato in politica, dico che l’affermazione evangelica “date a Cesare quel che è di Cesare…” muove alla consapevolezza che vi è una sfera, una sensibilità, una dimensione religiosa che vanno valorizzate e rispettate, ma ce n’è anche una civile, altrettanto importante, che non può essere mortificata né calpestata, visti i tempi bui che stiamo attraversando. Questi due mondi non necessariamente confliggono, né nella singola né tra le diverse persone. “Il rispetto del bene comune, civico ed anche religioso”, lo spirito di unità e fraternità invocati da don Giuseppe Parisi e, io aggiungo, la crescita della sfera civile e religiosa di una comunità, si perseguono con atti concreti. Perciò, in conclusione, propongo l’opportunità di reintrodurre il 1° maggio nello stradario comunale. Si scelga concordemente una strada, una piazza o un qualunque luogo pubblico e lo si intitoli al 1° maggio e ai valori che esso rappresenta, che sono a fondamento della nostra Repubblica.”
(Michele Amato)