Egregio Direttore,
attraverso le pagine della tua testata giornalistica ho letto un articolo che citava alcune mie dichiarazioni pubblicate su Facebook e riferite ad una conversazione avuta con il dott. Antonio Tulino, persona cui sono legato da conoscenza, amicizia ed affetto di lunghissima data. Non è la prima volta che ciò accade e pertanto mi trovo nuovamente costretto a dover fare delle precisazioni. Credo anzitutto che Facebook sia, seppure in maniera un po’ allargata, un contesto comunque privato poiché ognuno di noi decide volontariamente le “amicizie” con cui condividere i propri pensieri e pertanto sceglie a chi voler far leggere ciò che scrive. Estrapolare una frase dal social network e costruirci attorno un articolo a mio parere è poco corretto e poco professionale, sia perché si commette un abuso ma soprattutto perché decontestualizzando una dichiarazione si rischia di depauperarla della sua consistenza e soprattutto si espone all’attenzione di tutti, soprattutto di chi non ha partecipato alla conversazione originale e quindi non conosce la struttura della stessa, un concetto che comunque è riservato ad una cerchia ristretta di persone.
Sia chiaro, non contesto ciò che hai scritto anzi confermo la mia opinione in merito alle feste paesane pseudo-religiose e ti ringrazio per lo spazio che volontariamente mi hai concesso sul tuo giornale, tuttavia non posso condividere il metodo che hai utilizzato. Mi chiedo se valga davvero la pena, per qualche click in più, scadere di professionalità ed esponendosi dunque alle critiche non solo dei lettori più attenti ma soprattutto dei tuoi colleghi giornalisti che, come ben sai, spesso esprimono giudizi poco lusinghieri sul tuo modo di fare informazione. Se mi avessi chiesto una dichiarazione in merito alla vicenda della festa del Maio (o a qualsiasi altro argomento di cui posso discorrere) non solo ne sarei stato ben lieto ma avrei potuto articolarla in maniera più complessa ed esplicativa, altresì bastava un semplice messaggio informativo per avvisarmi che avresti pubblicato quelle poche righe, tutto qua. Spero, anzi sono certo, che tu possa concedermi sulla tua testata un piccolo spazio per questa precisazione e mi auguro che la stessa non influisca negativamente sui nostri buoni rapporti.
Salutandoti cordialmente ti ringrazio per il tempo dedicatomi.
Ernesto Sasso