Va…in proscenio, Avella, con il mix del teatro e del jazz. Un mix da effetti speciali annunciati e che sarà sciorinato tra giugno, ormai agli sgoccioli, e l’intero mese di luglio, ch’è sull’uscio e bussa alla porta. Un omaggio sia all’arte scenica e dell’interpretazione che al genere musicale più intenso, ritmato e coinvolgente nel linguaggio della modernità, qual è quello che simboleggia il cuore della migliore espressione della cultura afro-americana.
Un “cartellone” di gran richiamo, quello programmato dall’amministrazione comunale – in collaborazione con il Ministero per i beni, le attività culturali e turistiche, la Soprintendenza di Avellino, Salerno, Benevento e Caserta, la Fondazione “Avella, città d’arte”, la Pro Loco Abella e l’associazione “Le parole turchine”- nella suggestiva e bella location dell’ Anfiteatro romano, con la verdeggiante cornice del Fusaro, tra noccioleti ed oliveti, realizzato con ingegnosa abilità costruttiva sul finire del secondo secolo dopo Cristo, ai piedi dei Monti Avella.
L’apertura è programmata domani alle ore 21 , con il racconto de “La guerra di Spartaco”; racconto, che sarà proposto in forma di monologo da Peppe Barile, poliedrico artista con significative esperienze nella fiction televisiva e cinematografica, che coniuga la pittura con l’impegno teatrale. E sulle scene Peppe Barile, nel segno dell’interessante esperienza del teatro dei ragazzi ha interpretato, con largo consenso di pubblico e critica, testi che s’ispirano alle opere di Italo Calvino e all’Iliade. La narrazione della ribellione degli schiavi-gladiatori, guidata da Spartaco nel73a. C. e che mise a nudo la durezza del sistema sociale ed economico – comune a tutte le antiche società e fino alle soglie della modernità, fondato sullo sfruttamento del lavoro servile- è calibrata sugli eccellenti testi dell’archeologa Laura Del Verme.
La rivisitazione della prima rivoluzione del proletariato nel mondo antico, come fu definita da Karl Marx l’impresa di Spartaco, sarà scandita dalle musiche originali di Lello Settembre. Sono musiche di intensa e struggente affabulazione, con strumenti a corda, a fiato e a percussione, evocando nelle sonorità le atmosfere e il climax dei lontani tempi, in cui si consumò la vicenda, iniziata nella Scuola dei gladiatori a Capua e domata nel sangue dalle quadrate legioni romane, tra Giungano e il fiume Sele. E seimila gladiatori-ribelli furonocrocifissilungola via Appia. Un ’orrenda e atroce repressione, con il terrificante e lugubre messaggio di morte, con cui lo Stato romano ammoniva quanti avessero osato “intaccare” una delle sue strutture portanti, qual era appunto lo sfruttamento intensivo e violento del lavoro servile. E la crocifissione, nella legislazione penale romana, è la pena capitale inflitta a quanti si rendevano responsabili di reati contro la “maestà dello Stato”. Una fattispecie normativa decisamente politica, che lasciava ampi margini d’interpretazione…discrezionale a quanti erano chiamati ad applicarla, secondo i contingenti interessi dell’esercizio del potere per il potere.
Al racconto della ribellione dei gladiatori-schiavi, il sei luglio seguirà un altro tuffo nella romanità, di cui si conoscerà e “leggerà” un profilo del tutto diverso rispetto a quello delle crocifissioni di massa, che fecero mostra cruenta e oscena di sé lungo la “Regina viarum”. E’ il profilo della romanità, che si affida a Publio Elio Traiano Adriano, imperatore del secondo secolo, versato nell’amore per la filosofia, per la musica e le arti in genere. Un vissuto, di cui un’eloquente testimonianza è data dal celebre romanzo della scrittrice franco-belga, Marguerite Yourcenar, intitolato “Memorie di Adriano”, pubblicato, per la prima volta,nel1951, anche se il successo editoriale maturò dopo qualche decennio. In forma di lettera, diretta a Marco Aurelio, allora diciassettenne e che sarà l’imperatore-filosofo di Roma, la scrittrice fa “confessare” Adriano, ormai carico di anni e ammalato; è la confessione, rivelatrice dell’effimero dei trionfi militari e del potere rispetto ai valori del bello e dell’amore sereno per la vita. Il testo di Marguerite Yourcenar, con adattamenti e integrazioni, sarà proposto dalla compagnia Hypocrites Teatro Studio, con la regia di Enzo Marangelo.
E sempre nell’Anfiteatro romano, il 10 luglio, spazio aperto per il concerto-jazz, con George Benson. Una scelta di alto livello, inserita nel Pomigliano Jazz Festival, inlineaconlaspettacolareedapplauditaesibizionedelloscorsosettembre, quando il sito archeologico del Fusaro ospitò lo straordinario Ludovico Einaudi.
Avella, che rende omaggio all’arte scenica e spettacolare non vive solo nell’Anfiteatro romano, ma anche nei Giardini del monumentale palazzo baronale di piazza Municipio. E proprio nei Giardini per tutto luglio si …reciterà la quarta edizione di “Teatro sotto le stelle”, la rassegna, promossa ed organizzata dall’associazione La Mela, presieduta da Riccardo D’Avanzo. Un progetto di forte respiro culturale e sociale, mirato sulla valorizzazione della città e del territorio. Le rappresentazioni programmate saranno proposte da compagnie, che costituiscono il fior fiore del teatro amatoriale della Campania, sul versante del vernacolo napoletano e sue varianti, e su quello in lingua italiana.
Avella, capitale dell’arte scenica? I tasselli, che si vengono componendo da qualche anno a venire in qua, connettendo l’ambientazione dell’antico dell’ Anfiteatro romano e del moderno dei Giardini del palazzo baronale, ne indicano certamente la strada intrapresa. Un viatico da arricchire e potenziare con scelte di qualità, senza concessioni al deteriore “provincialismo”. E finora le dinamiche delle istituzioni, con l’amministrazione in prima linea, e delle associazioni hanno dimostrato di conoscere le potenzialità dei beni culturali, di cui la città e il territorio dispongono. Potenzialità da valorizzare, liberandole dall’oblio. E operando