La tradizione si rinnova e questa sera, spinti dal forte vento, i battenti di Avella sfileranno per le strade della città archeologica fino a raggiungere Altavilla Irpina dove si aggregheranno ad altri devoti. Pochi o quasi nessuno percorrerà a piedi tutti i km che dividono il comprensorio avellano dalla cittadina irpina, un tempo succedeva e si raggiungeva Altavilla alle prime ore dell’alba.
Le reliquie di San Pellegrino Martire, ucciso in Roma, al tempo dell’imperatore Commodo nell’anno 192, furono portate ad Altavilla, su concessione di Papa Pio VI, nel 1780, da Padre Giuseppe Maria Crescitelli, Maestro Provinciale dell’ordine dei Servi di Maria Addolorata in Monteoliveto di Napoli, prozio del glorioso martire Santo Alberico.
Il Papa, accolta la richiesta, dispose che Monsignor Landini, Vescovo di Porfirio ed Assistente al Soglio Pontificio, accompagnasse il Crescitelli presso le Catacombe di Ciriaca, per prelevare le reliquie di un Martire e trasferirle ad Altavilla. Inizialmente, Landini e Crescitelli avevano orientato la loro scelta sulle reliquie di Sant’Ignazio, che, però, erano state destinate ad altra comunità, come riferisce il generale Ciampa in un suo scritto del 1975.Per tre giorni di seguito, girando tra le sepolture, i due avevano avvertito un insolito e strano rumore, che individuarono proveniente da un’Arca recante la scritta
“PEREGRINUS MARTYR SUB COMMODO IMPERATORE MACTATUS ANNO DOMINI CXCII”.
(Martire Pellegrino ucciso nel 192 sotto l’imperatore Comodo)
I battenti giungeranno da diversi paesi dell’Irpinia e della Campania. Secondo la tradizione cristiana rappresentano coloro che durante la settimana santa e in particolare il venerdì santo in cui si ricorda la morte di Cristo, si percuotono il corpo con l’ausilio di flagelli e formelle di sughero chiodate (si battono sul corpo perciò battenti), questi sono vestiti con una tunica bianca e indossano un cappuccio tradizionale, nel caso di San Pellegrino portano una fascia con lo stemma che riporta la P di Pellegrino ed una croce.
(Michele Amato)