Sarebbe bello se non ci fosse bisogno di raccontare queste storie, ma il clima verso i migranti che si respira recentemente in Italia costringe a considerare, come eroici, gesti in altre parti del mondo ritenuti normali. Siamo ad Avella e la storia vede protagoniste due persone: un rumeno ed un cittadino del nostro amato paese. Qualche giorno fa lo “straniero” di ritorno da una faticosa giornata di lavoro in campagna, prima di ripartire aveva notato sulla strada un portafoglio. Aprendolo vi ha trovato ben 300 euro in contanti, oltre ai vari documenti. L’uomo, da tempo disoccupato e con necessità economiche impellenti che lo portano ad accettare lavori duri e saltuari, non ha esitato un istante nel prendere la decisione da lui ritenuta migliore: con l’aiuto degli altri “colleghi” italiani, ha rintracciato il proprietario rinvenendo i dati dalla patente e ha restituito l’intera somma. Non un centesimo in meno. Incredulo il nostro concittadino che per ringraziare il rumeno voleva offrirgli una ricompensa: “Non l’ho fatto certo per quello, altrimenti mi sarei tenuto i soldi. È la mia educazione che me lo impone: non tutti i rumeni sono cattivi. In Romania i genitori ci insegnano che è una vergogna utilizzare i soldi che non sono tuoi, anche quando non li hai rubati. C’è un forte controllo sociale. Ovviamente, come ovunque, ci sono anche rumeni che decidono di delinquere, ma la nostra cultura ed educazione ci impone di essere corretti”. Una storia “normale”, che di questi tempi dovrebbe essere presa seriamente in considerazione da certi politici/populisti, fin troppo frettolosi nel dimenticare che la delinquenza (così come l’onestà), non ha nazionalità.