Prende impulso e configurazione nel 2010, con l’amministrazione comunale pro tempore, guidata dal sindaco Nico Salvi, l’idea di programma praticabile, per dare una svolta alle sempre annunciate politiche di valorizzazione del territorio, ma mai rese reali. Un’idea, che negli anni successivi si traduce in possibilità effettive di investimenti per 50 milioni di euro, a supporto dell’attuazione di 10 progettazioni, già redatte ed “esecutive”, con ricadute per 150\200 opportunità lavorative. Dieci Interventi, di cui sette da realizzare nel territorio comunale di Avella, due in quello di Sirignano ed uno in quello di Sperone.
Sono i numeri del piano di opere ed interventi infrastrutturali per la promozione e valorizzazione del turismo di quei territori, che fanno da cerniera tra la provincia di Avellino e quelle di Napoli e Caserta, in funzione di un’ efficiente rete di collegamenti viari, autostradali e ferroviari, aprendosi a ventaglio sulla pianura nolana. E’ il piano, messo a punto dal Consorzio Abella\Avella, costituito nel 2011 con l’adesione delle amministrazioni comunali di Avella – Ente capo fila- Sirignano e Sperone per le loro competenze e con il diretto coinvolgimento d’imprenditori con risorse da investire in proprio e con la piena disponibilità dei suoli, su cui realizzare le strutture programmate, che contemplano la ricettività strettamente intesa, collegata per lo più al turismo rurale, fattorie didattiche, maneggi per l’equitazione, il parco acquatico e così proseguendo. Una serie d’interventi, che nelle ”carte progettuali” risulta sostenibile e di minimo impatto ambientale, integrata nel rispetto dei vigenti vincoli paesaggistici e di valenza storico-archeologica. E va tenuto presente che il cuore dell’operatività del Consorzio coincide con il contesto della Citta avellana, tra le più importanti del Sud per il ventaglio di attrattività archeologiche e paesaggistiche che offre; un patrimonio, che, coniugato con il recupero e la valorizzazione imprenditoriale dell’agricoltura e delle sue tipicità, quali sono la corilicoltura e l’olivicoltura, è l’unica “chance” disponibile per la crescita sociale ed economica delle comunità del territorio.
Il piano delle opere programmate dal Consorzio è stato vagliato in approccio preliminare dalla Conferenza dei servizi, svoltasi nella Sala di rappresentanza della civica amministrazione nel palazzo baronale, con la partecipazione dei funzionari e dirigenti degli Uffici di settore degli Enti sovraordinati, dalla Provincia di Avellino all’Autorità di bacino della Campania centrale, dalla Soprintendenza per i beni archeologici di Avellino e Salerno ai responsabili delle Aree tecniche e degli affari territoriali dei Comuni consorziati. Un esame comparato, che ha impegnato, per i rispettivi ruoli, i sindaci Biancardi, Colucci ed Alaia, il responsabile unico del procedimento, l’ingegnere Franco Napolitano,l’ingegnere Sebastiano Napolitano, titolare dell’Area tecnica dell’Ente capo fila, l’architetto Alfonso Napolitano, già responsabile del Pit per gli Itinerari culturali della Valle dell’Antico Clanis, tra più attivi sostenitori del piano di Abella\Avella, e il presidente del Consorzio, l’imprenditore Michele De Stefano.
L’interlocuzione, sviluppatasi nella Conferenza, alla luce dell’intervento-relazione dell’ingegnere Ezio Del Guercio, del Settore di pianificazione e attività sul territorio della provincia di Avellino, si è focalizzata sulla correlazione e sull’aderenza da osservare tra le indicazioni del Piano territoriale di coordinamento dell’Ente di palazzo Caracciolo, la cui esecutività è vigente da alcuni mesi, dopo il decreto di approvazione della Regione Campania, e le progettazioni, che formano il piano del Consorzio. Un’esigenza di metodo e di inderogabili finalità di trasparenza. Un’impostazione di principio, quella sostenuta da Del Guercio, che ha determinato l’aggiornamento della Conferenza al 24 marzo prossimo, per definire compiutamente il merito della materia. E va rilevato che al Consorzio Abella\Avella partecipa la stessa Provincia di Avellino, in ragione dello specifico accordo di programma, sottoscritto nel 2012; accordo di programma, alle cui coordinate socio-urbanistiche sono ispirate e conformate le progettazioni redatte dagli imprenditori, che partecipano all’iniziativa.
E’ un percorso di cooperazione tra istituzioni locali e imprenditoria privata, su cui è giusto ed opportuno tenere aperti i riflettori della pubblica conoscenza. Ma è anche un percorso dall’annunciato profilo innovativo e che, per la prima volta sui territori interessati, si pone in campo, uscendo dagli schemi dell’incentivazione dei finanziamenti statali o comunitari europei, “ottenuti” per realizzare questa o quella opera, senza innescare stimoli per l’economia reale e socio-produttiva, correlata al saper “fare impresa”. Un punto di analisi meritevole di congrua e adeguata considerazione, se rapportato, tanto per dire, a quella ch’è stata la grande abbuffata dei finanziamenti “cascati a pioggia” del dopo-terremoto sui territori sotto i riflettori; un’abbuffata, tanto per ricordare, che nei due versanti della Bassa Irpinia, tra gli anni ’80 e ’90 del secolo scorso, si è alimentata alcune centinaia di miliardi del vecchio conio, permettendo di ri-costruire, potenziare e rinnovare il patrimonio abitativo, al netto dei pure molteplici scempi “barbarici” per gli abbattimento impropri, ma senza generare significativi livelli di sviluppo socio-imprenditoriale; livelli, che pure rappresentavano gli obiettivi dell’intera legislazione del dopo-terremoto, contrassegnata dal logo a due voci ”ricostruzione e sviluppo”, ridotto a…sterile monomio.
Il “passaggio” del 24 marzo rappresenta il punto di svolta, per aprire la corsia operativa del Consorzio. E lo strumento della Conferenza dei servizi corrisponde alle ragioni di snellimento delle procedure burocratiche, per approdare a scelte chiare e ben definite. Un iter da seguire attraverso le fasi istituzionali previste dalle rigorose norme da rispettare, nell’auspicio che non si determinino, però, ritardi particolari e pretestuosi.