La Regione Campania ha istituito l’Inventario del Patrimonio Culturale Immateriale Campano “IPIC” . L’Ufficio Turistico del Comune di Avella SIAT rappresentato dal Presidente Michele Amato e della Dott.ssa Nelly Russo, coadiuvato dalla Dott.ssa Carmen Loiola ,consigliere con delega ai Beni Culturali, e dal Sindaco Avv. Domenico Biancardi, dopo un intenso e certosino lavoro, ha provveduto ad inviare alla Regione le schede descrittive della Festa del Majo e dei riti folkloristici Zeza, Laccio d’Amore e Dodici mesi per l’inserimento nella lista ufficiale. Con decreto presidenziale n° 169 il Presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca ha decretato l’inserimento delle suddette manifestazioni tra le circa cinquanta istanze pervenute e accettate.
L’Inventario del Patrimonio Culturale Immateriale Campano cataloga il patrimonio culturale immateriale e le pratiche tradizionali connesse alle tradizioni, alle conoscenze, alle pratiche, ai saper fare della comunità campana, così come definite dalla Convenzione UNESCO per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale del 17 ottobre 2003, ratificata dall’Italia con legge n°167/2007.
Per “patrimonio culturale immateriale” si definiscono le prassi, le rappresentazioni, le espressioni, le conoscenze, il saper fare, gli usi sociali, i riti e momenti festivi collettivi, anche di carattere religioso, come pure gli strumenti, gli oggetti, i manufatti e gli spazi culturali associati agli stessi, che le comunità riconoscono in quanto parte del patrimonio culturale campano, trasmettendoli di generazione in generazione, costantemente ricreati in risposta al loro ambiente, alla loro interazione con la natura e alla loro storia in quanto senso d’identità e di continuità, promuovendo in tal modo il rispetto per la diversità culturale e la creatività umana.
L’istituzione dell’Inventario è un’azione di salvaguardia e valorizzazione dei fondamenti culturali della Regione che altrimenti rischiano di andare dimenticati e dispersi. L’inventario è uno strumento per preservare la vitalità del patrimonio culturale immateriale e sostenere quei soggetti, pubblici o privati, che partecipano attivamente alla sua valorizzazione e gestione, purché senza scopo di lucro