
Sono passati tredici anni dalla scomparsa di Nicola Pugliese, giornalista e scrittore riservato ma intensamente amato da chi lo ha conosciuto e letto. Anche oggi, come ogni anno, gli amici del Bar Pasquino lo ricordano con affetto e commozione, rievocando la figura di un uomo che ha saputo raccontare l’anima del Sud e le sue contraddizioni con delicatezza e profondità.
Pugliese era noto per il suo romanzo Malacqua, pubblicato da Einaudi nel 1977 con la prefazione di Italo Calvino. Un libro misterioso, struggente, che divenne oggetto di culto per decenni dopo che l’autore scelse di ritirarsi dalla scena pubblica, chiedendo alla casa editrice di non ristamparlo. Una scelta radicale che contribuì a creare intorno alla sua figura un alone di rispetto e leggenda.
Giornalista attento e scrittore essenziale, Pugliese osservava la realtà con uno sguardo umano e malinconico. I suoi scritti, oggi più che mai, restano attuali, capaci di parlare a generazioni diverse, con parole che scavano nel quotidiano e nella memoria collettiva.
A tredici anni dalla sua scomparsa, il ricordo di Nicola Pugliese è ancora vivo nei luoghi che amava frequentare, nei suoi racconti e nella voce di chi continua a citarlo e a rileggerlo con ammirazione. Un autore schivo, ma straordinariamente presente, che ha lasciato un’impronta profonda nella letteratura italiana contemporanea.
Gli amici del Bar Pasquino, che lo hanno accompagnato per lunghi tratti della sua vita, oggi lo ricordano con affetto sincero, come si fa con chi non ha mai davvero lasciato il cuore di chi gli ha voluto bene.