Si è tenuto ieri, ad Avella, in Piazza Municipio, l’incontro/dibattito voluto dall’ex Presidente della Fondazione Antonio Tulino e in cui era presente anche Pellegrino Palmieri dell’opposizione. Tulino ha spiegato i motivi che lo hanno portato a lasciare la presidenza scientifica della Fondazione. Queste le sue parole: “sono profondamente offeso in qualità di cittadino avellano contribuente. Offeso da colui che mi ha invitato a collaborare perché la Fondazione andasse avanti. Non sono controparte ne del Sindaco ne della parte politica che rappresenta. Sono qui da cittadino. Io intervengo nella fondazione a maggio 2013. Lo scopo della stessa dovrebbe essere quello di valorizzare i beni culturali, tutelare il nostro territorio e la nostra cultura. Esisteva uno statuto che prevedeva 2 organismi: un direttivo e un comitato scientifico. Nel momento in cui il sindaco mi ha chiamato mi sono trovato davanti uno statuto che era uno schiaffo alla democrazia perché questi due organismi potevano al limite esprimere pareri facoltativi ma poi a decidere erano sempre lui (il Sindaco) e la giunta comunale. Ho studiato a fondo le carte presentandogli l’anomalia e, dal momento che la Fondazione era anche una Onlus, gli dissi che anche sotto questa sfera bisognava darsi una regolata perché forse mancavano i requisiti necessari. E’ così che siamo andati alla Regione ed abbiamo modificato lo statuto, quindi a novembre c’erano tutti i presupposti per andare avanti. Nel momento in cui si riforma un istituto il riformatore cosa dovrebbe fare? ovviamente dimettersi. Tutto il comitato direttivo si è dimesso insieme a me in un atto di rigenerazione civile degno di rispetto. Volevo che il popolo di Avella venisse informato di questa lezione di democrazia ma non trovai nessuno d’accordo con me. Il mio altro obiettivo era il riconoscimento giuridico dell’ente. Il Sindaco mi ha sollecitato perché io addivenissi a questo obiettivo ma quando siamo arrivati alla questione finanziaria è caduto l’asino ed io ho dovuto palesare le mie difficoltà. Quando ho voluto regolamentare la gestione dei beni demaniali l’asino è caduto per la seconda volta. Qui con un atto di imperio illegale e illegittimo il sindaco mi ha sospeso dall’incarico senza motivazione e a nulla sono valse le mie sollecitazioni perché il CDA della Fondazione denunziasse la cosa. Dunque mi sono trovato solo. Volevo tentare di portare ad Avella un po di acqua pulita in tutta quest’acqua putrida, volevo farlo insieme alle associazioni in un rapporto di confronto perché ciò che Biancardi non ha capito è che la Fondazione dovrebbe essere composto proprio dalle Associazioni, invece con quest’organo le Associazioni tendono ad essere controllate . Il 12 aprile vengo chiamato per una pubblica assemblea con dei tecnici per i finanziamenti a livello europeo. Andai nella sala Siani in Piazza Convento. Il Presidente fa il saluto, io inizio la mia relazione, ma mentre sto parlando il Sindaco ha avuto l’ardire di interrompermi. In funzione di quale diritto? per quale ragione? mi ha aggredito dicendomi di mettermi al lavoro. Ma perché la fondazione lavorasse occorrono mezzi che in realtà non ci sono. Avrei dovuto avere la disponibilità di un fondo di gestione oltre che di un fondo di donazione perché lo statuto prevede un fondo di 55.000 euro. Solo 24 ore fa ho letto la notizia che il comune non ha disponibilità di questi soldi perché ci sono debiti. Ma perché non dirlo? questo signore (Biancardi) non ha accettato una mano ne da parte mia ne da parte degli altri componenti del CDA. Per me Domenico Biancardi è il signor nessuno”.