“Ho conosciuto Pietro, ultima vittima del nostro delirio di vita, nella palestra di Andrea. Mi colpì, oltre la sua innata, contagiosa simpatia, la forza fisica che ostentava, la sua buona educazione. Gliela leggevi negli occhi la voglia di vivere. Come pure il velo di tristezza che copriva il suo bel viso. Avrebbe voluto di più dalla vita che qui, in questo luogo deserto di tensioni ideali, asfittico di opportunità d’impegno lavorativo, è difficile incontrare se non si posseggono sufficienti motivi di furbizia, apparentamenti importanti e amicizie influenti. E rincorrendo l’amicizia, questo arcano sentimento di memoria e di affetti, il suo essere profondo e irraggiungibile, ha trovato sull’asfalto di una strada non anonima, la morte. Che non si accetta, non si capisce, impossibile farsene una ragione. Non ero suo amico. Ma lo conoscevo abbastanza per ricordarlo con immenso affetto. Alla mamma, al suo papà a quanti lo hanno conosciuto meglio di me, il senso profondo delle mie condoglianze. Ciao Pietro. Nella palestra del Signore continuerai gli allenamenti dell’anima tua bella”. Queste le belle parole di Antonio Tulino, ex Presidente della Fondazione Avella Città d’arte, verso Pietro Lombardi, ragazzo di Sperone tragicamente morto nella giornata di domenica.