“Operazioni di aritmetica o di politiche ?
E’ andato in onda ieri sera, nella sala Siani, ad Avella, un vero fuori programma, rispetto alla ordinarietà della vita cittadina : le forze politiche di opposizione presenti nel Consiglio Comunale, unite in una medesima strategia di critica e di accusa, contro la civica amministrazione e del sindaco, in modo particolare, hanno convocato il popolo e con esso hanno dialogato della vertenza acqua, sue applicazioni operative, relative all’anno 2013, risultante il gravame impositivo, sperequato ed eccessivo, allargando poi a dismisura la critica, sulla intera gestione del governo cittadino, denunziando abusi, sperperi, incompetenze di ogni genere, soprattutto, l’arroganza del Sindaco, nell’esercizio del potere di governo. I vari cittadini intervenuti nella discussione hanno rispettato il canovaccio delineato dagli organizzatori, appuntando i loro interventi sulla questione delle “bollette“ dell’acqua, rilevando incongruenze contrattuali, calcoli determinativi del tributo errati, costo complessivo del servizio e della fornitura oneroso rispetto all’effettivo consumo degli utenti, comunque, non in linea con il reale costo complessivo effettivo dell’intero capitolo di spesa, palesemente difforme e diverso dal quantum rispetto all’entrata. Tra l’altro il manifesto del governo cittadino, assorbendo parte delle critiche della opposizione, sulle mura del paese, anticipava in un certo modo il senso delle critiche. Tutte le ragioni avanzate dagli interventi, giuste, opportune, puntuali, tra l’altro già misurate e denunziate dai tre relatori, che ripetutamente e disorganicamente ne avevano sottolineata l’incongruenza e l’abuso, alla prova dei fatti, non ne hanno scalfito la valenza tributaria, limitandosi a contestare l’an debeatur (se sia dovuto) e non il cur debeatur (perché si deve), non rimarcando il peso politico, la valenza fiscale che, insieme alle altre voci di spesa e di entrata, misura l’intera attività amministrativa, quale unico dato necessario e indispensabile : il pareggio di bilancio da concretare semmai, possibilmente con qualche avanzo. Fin qui la fotografia dei fatti. Ma nel corso della cerimonia qualche voce dissonante, rispetto al coro, c’è stata e ha rilevato quanto segue: non sempre l’opposizione, in questa occasione unita nella denunzia, ha presentato al paese il suo aspetto migliore di coesione ed efficienza; essere stati convergenti, votando compatti, rispetto alle scelte del governo cittadino, è cosa diversa dalla presunta strategia unitaria della stessa opposizione, che giammai è emersa o è stata avvertita dai cittadini, in ordine ad una ipotesi politica di contrasto o di proposta che poggiasse, appunto, su di un disegno organico di diversità, di discontinuità rispetto al sentire del governo. Anche in questo caso, quello delle bollette del consumo dell’acqua, palesemente oltraggiose, non si tiene conto dell’effettivo motore che muove e caratterizza il prelievo tributario. Al netto degli abusi denunziati, degli errori compiuti, delle manchevolezze esplicitate, restano immanenti le domande: è giusto il tributo applicato? tiene conto della capacità contributiva del singolo utente? ovvero, l’esasperata pressione fiscale, che da anni rincorre il cittadino – oggi con l’acqua, domani con i mille altri balzelli, sulla casa e servizi alla persona, le varie e ripetute addizionali, non misura la vessatoria politica di bilancio, improntata all’esclusiva ricerca del pareggio contabile? acritico rispetto alle esigenze del cittadino? irrispettosa delle leggi economiche e sperequative rispetto all’uguaglianza delle condizioni di ciascun utente? ben esposte nella carta costituzionale, mentre, di fatto vengono manifestamente violate? E’ mia convinzione che a prevalere sull’intera questione sia stata, ancora una volta, la ricerca ossessiva di raschiare il barile, laddove le eccessive spese, soprattutto quelle correnti, devono trovare il bilanciamento dalle entrate, essendo tramontato ormai la spesa a deficit positivo che consentiva l’allegra finanza. Qualcuno malamente e inavvertitamente sull’argomento, aveva fatto cenno alle politiche Keynnesiane, che tanto bene hanno fatto all’economia negli ultimi anni e prima dell’Euro, all’intervento dello Stato a sostegno delle politiche di intervento quando la domanda aggregata frenava, sortendo nella platea un’alzata di scudi. Non sono state sfiorate le ragioni determinative della pressione fiscale, vera palla al piede dell’economia locale e nazionale, preferendosi appuntare le critiche sull’aspetto gestionale, pur importante, distraendo di fatto l’attenzione del cittadino dalle vere questioni che tengono al palo le disuguaglianze sociali, amplificandole e aggravandole. Comunque il dibattito pur nella sua precarietà è risultato alla fine necessario per la vita democratica del paese tenuta, oggi, al guinzaglio da una governo sghembo e da una guida cittadina solipsistica, capace di blandire e non di rispettare i desiderata della collettività che, sa anche valutare quello che di buono e utile viene a maturasi sul territorio, come misura di differenza e distinguo di un ieri, improntato al nulla politico, e un oggi, denso di problemi e di alcune cose fatte e fatte bene. Ma questo è un altro problema e in un’assemblea, promossa dall’opposizione, occorre necessariamente vedere le cose dal loro punto di vista. Né più, né meno di come sarebbero state viste, le cose, se ad organizzare la manifestazione fosse stata la maggioranza : in questo ultimo caso sarebbero state dispensate anche le figurine con l’immagine del santo protettore e giaculatorie infinite sarebbero state sparse per la chiesa- pardon- per la sala a ringraziamento delle opere ricevute. Così vanno le cose nel mio bel paese”. Questa l’ultima nota di Antonio Tulino, membro della Fondazione “Avella Città d’Arte”.