Anche il Prof. Antonio Tulino, membro della Fondazione “Avella Città d’Arte”, tramoite la nostra testata ha voluto dire la sua sull’aumento delle tariffe idriche avellane: “C’ è poco da commentare, ormai siamo in piena bagarre e lo Stato si avvale anche degli Enti locali per dissanguare le private economie. Se poi ci mettiamo anche il costo aggiuntivo degli avvoltoi per la riscossione dei tributi comunali, il discorso è chiuso con la pace dei tanti evasori che sotto la protezione dei vari loro protettori potranno scaricare i loro obblighi tributari sul soliti noti fessi. In tal modo anche nell’ambito dei tributi locali assistiamo al problema del debito pubblico costituito dai suoi effetti redistributivi, dal trasferimento del reddito da coloro che pagano le imposte – sic- le tasse per onorarne il servizio a coloro, che incassano gli interessi, sic, che risparmiano il consumo pagato dalla restante collettività. La cosa è voluta dal potere costituito, dalla burocrazia ad esso funzionale e dallo stesso Stato che trova più comodo inasprire le misure impositive che non verificare, controllare, l’efficienza della macchina amministrativa, oggi, come ieri, vero colabrodo dell’ azienda Italia. Come se ne esce ? Dalla convinta azione degli italiani a rinnovare le classi dirigenti colluse, fumose, arroganti e prive del senso dello Stato. Se ne esce soprattutto con sane politiche Keyanesiane, abbandonando quelle neo liberiste e figlie dei vari compact fiscali, o spending rewiev che stanno letteralmente rovinando i popoli europei. Campa cavallo… Ma è così… non vedo altra scelta”.