E’ ufficiale il Sig. Andrea Siniscalchi, membro del C.d.A. della Fondazione Avella Città d’Arte, si è dimesso, ha protocollato stamane le dimissioni. Da noi contattato ha spiegato i motivi del suo gesto, mettendo fine ad ogni illazione e contrariamente a quanto si potesse ipotizzare il suo gesto è stato ponderato e non dovuto alle polemiche dei giorni scorsi. Siniscalchi ci ha rilasciato una breve dichiarazione :“ Nella premessa dello Statuto della Fondazione si può leggere che la missione fondante ed istituzionale della Fondazione è quella di realizzare un sistema turistico locale in grado di innescare dinamiche virtuose di sviluppo economico e sociale….. Queste sono le parole chiavi che mi hanno spinto ad accettare di rappresentare uno dei soci sostenitori della Fondazione all’interno del C.d.A. della stessa. E’ con questo spirito che ho collaborato all’interno del consiglio di amministrazione, assieme agli altri membri, dedicando tempo ed energia affinchè questa missione fosse svolta nel migliore dei modi. Devo constatare, però, che negli ultimi tempi quello che doveva essere il faro guida del nostro operare con spirito di sacrificio ed abnegazione è andato via via scemando. Dal momento che ho avvertito che la Fondazione era divenuta una mera spettatrice di progetti, eventi e manifestazioni che non la coinvolgevano per ciò per cui è nata, mi è parso giusto fare un passo in dietro. Tutto qui!!! Non vedo complotti, voci di dissenso o disaccordi sulla gestione degli ultimi eventi o un abbandonare la nave in vista della prossima scadenza del consiglio stesso. Vero è, tuttavia che bisogna ancora integrare meglio quella che è l’espressione, il frutto della vita associativa del nostro territorio secondo lo spirito coordinatore della Fondazione. Io parlerei piuttosto di coerenza. A riguardo mi piace ricordare una frase del Presidente della Repubblica Sandro Pertini che affermava: “Coerenza è comportarsi come si è e non come si è deciso di essere”. Nè ironicamente parlando, mi si potrà accusare di avere la colla sotto la poltrona.(L.Carullo)