Alberto Ciano, componente dimissionario della “Fondazione Avella Città d’Arte”, (come del resto tutti i componenti della stessa) esprime il suo pensiero sulla drammatica situazione economica avellana. “Ho assistito ieri 29/11/2013, ad uno dei tanti consigli comunali svoltosi ad Avella. Come semplice cittadino, non posso fare altro, come l’intero popolo di Avella, essere spettatore della situazione critica, cui versa il nostro paese. Per riportare un equilibrio stabile è veramente difficile. Anche da parte del revisore dei conti, dott. Santoli, c’è stata una vera e propria analisi, sottolineando il quadro allarmante, proponendo la soluzione del pre-dissesto finanziario. Si tratta questo, di un piano di rientro, per agevolare il comune di Avella, affinché possa per i prossimi dieci anni, ristabilire i conti. Tutto questo con la sorveglianza della corte dei conti. Conoscendo bene, l’amministrazione Biancardi, mi rivolgo principalmente ai cittadini, chiedendo una maggiore considerazione per tutto quello che si stia facendo. Credo che il sindaco, Domenico Biancardi, stia facendo un ottimo lavoro per far si che Avella riemerga, cercando di eliminare i debiti contratti dalle passate amministrazioni. Allo stesso modo, raccogliendo i malumori della gente, mi viene da esprimere un mio parere riguardo a tale situazione. Per far si, che non si tartassino, con l’accumulo di tasse, i cittadini di Avella, condivido in pieno anche l’idea avuta da Pellegrino Palmieri, posticipando il pagamento dei parcheggi in una data più consona. Previsto per il primo dicembre, data iniziale di tale pagamento, credo che questo non gioverebbe nelle tasche dei cittadini. Avella deve essere il paese capofila, di un sistema finanziario sempre in positivo. Spero vivamente, che si possa venir fuori da tale indebitamento, affinché si possa mettere una pietra sopra a tutto il male, che questo paese ha ricevuto. Male, derivato da politiche assurde, che avevano come scopo prioritario, l’interesse economico. Non pensando però, a tutto quello che in futuro, il nostro paese era costretto a subire. La cosa che mi fa rabbia inoltre è che di consuetudine, la colpa vada sempre e solo al sindaco, reo di aver ereditato un paese in condizioni disperate. Vorrei tanto essere ottimista, su tale situazione, ma trovandomi tra la gente, i ragazzi, le persone anziane di questo paese, noto molta diffidenza, incredulità, ma soprattutto stanchezza. Si, stanchi, di una sempre e stessa politica, quella di addossare al popolo, le colpe che non gli appartengono”.